Obbligazioni? Quanto possono rendere? | Moneyfarm

Non esistono più le obbligazioni di una volta, il rischio di rendimenti negativi ormai è dietro l’angolo. Ciò non significa, tuttavia, che non si debba più investire in obbligazioni…

Cosimo Pastore intervista Paolo Galvani, presidente e Co-Founder di Moneyfarm, a questo proposito.

Quando acquistiamo un’obbligazione, stiamo erogando un prestito a chi ce la vende. Quando compriamo un BTP, prestiamo soldi allo Stato italiano, che in cambio promette di ridarci l’importo investito, dopo un periodo predefinito. Al contempo, di distribuirci periodicamente gli interessi sulla somma versata. I bond sembrerebbero quindi uno strumento relativamente semplice,  a ci sono alcuni elementi che vanno presi in attenta considerazione.

Non esistono più le obbligazioni di una volta; con i tassi di interesse prossimi allo zero le cedole non hanno più l’appeal di qualche anno fa…

Considerando le obbligazioni più sicure, come i titoli di stato su scadenze fino a tre anni, i rendimenti possono essere addirittura negativi. Nel concreto, significa che quando investiamo su questi strumenti, da un lato abbiamo un flusso cedolare positivo, ma dall’altra abbiamo una perdita in conto capitale. Il nostro investimento, cioè il prezzo che paghiamo il titolo, perde valore rispetto all’acquisto. E questa perdita di valore può essere significativamente inferiore a quanto portato a casa con le cedole.

Quindi, se acquisto un prodotto che dia, per esempio, il 3%, non è detto che io abbia quel rendimento?

Esattamente. Immaginiamo un titolo a 1 anno, investendoci 10.000 €, e che questo debba rendere il 3%. Aggiungiamo a ciò il costo del titolo stesso. Se lo paghiamo 102, e rimborserà a 100, da una parte avremo la cedola del 3%, dall’altra la perdita in conto capitale del 2%. Per cui, alla fine, l’investimento avrà reso solo l’1% per la durata prevista.

Quindi non si deve più investire in obbligazioni?

Assolutamente no. Le obbligazioni rimangono uno strumento fondamentale. Chiaramente il mondo è cambiato, e non ci sono più i BTP od i CCT di una volta. L’analisi da fare su questi prodotti deve essere molto più seria ed approfondita.

Le obbligazioni hanno in parte tradito la propria nomea di titoli sicuri. Per esempio, bond argentini, obbligazioni subordinate di alcune banche…

Lo strumento è abbastanza semplice. E’ la sua gestione che è complessa. Bisogna identificare bene la relazione tra rischio e rendimento, che difficilmente si trova in un unico titolo.

Ovviamente, quando si parla di investimenti, bisogna sempre identificare bene gli obiettivi per cui si investe. Quando si è fatto questo, bisogna farsi consigliare da un professionista, e costruire l’asset allocation che soddisfi questi obiettivi.

Asset allocation che, attraverso diversi titoli, porti al raggiungimento degli obiettivi prefissati…

Esattamente. Una singola obbligazione non può soddisfare questi bisogni, e neanche più di una. Ci vogliono anche azioni, valute, ed altre asset class che, insieme, concorreranno al raggiungimento dell’obiettivo. Al contempo, ci vuole un serio controllo del rischio mentre si compone l’asset allocation,

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