Estratto videochat del 14 dicembre di Anima Sgr, con Luca Noto (Portfolio Manager Obbligazioanrio), Davide Gatti (Responsabile Divisione Vendite) e Miriam Berizzi (Responsabile Investment Advisory). Il 2018 che hanno sarà? Quali saranno i temi e le prospettive trainanti del nuovo anno?
Per la prima volta in diversi anni, la FED ha fatto esattamente quanto aveva detto. Ha cioè rialzato i tassi per tre volte. Il mercato attualmente non crede allo stesso ritmo per il 2018 ed il 2019. Se però dovessero essere confermati questi rialzi nei due anni, si andrebbe al 3% sui tassi a breve. La cosa importante è che la FED ha rivisto al rialzo in maniera significativo il sentiero di crescita. Questo non solo per la riforma fiscale recentemente approvata, ma proprio per la forza intrinseca dell’economia. La crescita appare solida, diffusa e durevole.
La BCE non ha deciso niente nell’ultima riunione perché aveva fatto tutto ad ottobre. Anche loro hanno però alzato significativamente il sentiero di crescita del PIL per il futuro. In ogni caso, entrambe le view delle due BC dicono che saranno molto supportive dei mercati.
Mercati azionari particolarmente brillanti; ritorni a doppia cifra in tutte le principali aree geografiche. Forte apprezzamento dell’euro, che è andato ad erodere una parte dei guadagni in valuta estera. L’MSCI Mondiale in valuta locale è al 18%, per fare un esempio; in euro, siamo solo all’8%. C’è stata sostanziale stabilità dei tassi dei titoli governativi.
Quadro macro, banche centrali e politica sono le tre chiavi dei movimenti dei mercati. La loro interazione spiega tutto quello che è successo. Nel 2017 c’è stata molta più crescita delle attese. Dal 3,2% di aspettative, si è passati al 3,6%. L’inflazione core, però, quella no volatile, è scesa. Soprattutto in USA, dall’1,9% all’1,4%.
La crescita senza inflazione ha permesso alle BC di continuare a normalizzare le politiche monetarie di aiuto straordinario. E’ per questo che i mercati obbligazionari non hanno fatto scoppiare alcuna bolla.
Questo contesto è stato il migliore possibile per i mercati azionari. La maggiore crescita e le politiche monetarie ancora accomodanti hanno infatti aiutato molto. Non solo, ma anche i fondamentali aziendali sono stati molto costruttivi. Utili in crescita a doppia cifra ovunque, i più alti dal 2010.
Ci sarà una novità importante: il risveglio dell’inflazione. Questa sarà supportata dalla maggiore crescita, che continuerà sincronizzata, e dall’azione di supporto delle BC, pur continuando queste ultime a normalizzare. Tutto questo dovrebbe spingere al rialzo i tassi di interesse, penalizzando le obbligazioni. I mercati azionari continueranno, quindi, per le stesse ragioni, a sovraperformare. E lo faranno anche per la mancanza di opportunità alternative di investimento.
Tre punti da sottolineare. 1) I ritorni attesi sono più modesti del 2017. Questo perché il ciclo sarà più maturo, ci sarà meno stimolo monetario, e le valutazioni sono meno generose. 2) La volatilità aumenterà. Sembra inevitabile visto i livelli bassissimi a cui siamo. 3) La visibilità è alta, ma va diminuendo. Vuol dire che il livello di attenzione dei vari elementi fondamentali e comportamentali che possono influire sui mercati è sempre alto, ma aumenterà nel 2018.
La parola magica è inflazione. Finora ha deluso, e questo si è visto bene sui mercati obbligazionari. I tassi non sono andati dove sarebbero dovuti andare. Nel 2018 l’inflazione partirà sottotono, ma già nel secondo trimestre ci dovrebbe essere una crescita significativa. I mercati potrebbero anticipare questo tipo di movimento. Lo scopo e l’obiettivo è capire quanto della forte crescita che c’è si tradurrà in prezzi più alti. Questo anche tenendo conto che le banche centrali stanno progressivamente togliendo supporto. Quindi prudenza, con tassi inflattivi più alti verso la fine del 2018.
2017 positivo per il mercato azionario italiano, in particolare per le PMI. Si profilano rialzi mediamente superiori al 30%. Risultato possibile grazie al consolidamento della ripresa economica; alle politiche monetarie espansive; all’introduzione dei PIR. Il successo di questi ultimi è stato ben superiore alle aspettative, come si sa. In 5 anni ormai si profila una raccolta tra i 50-70 miliardi di euro.
I fondi PIR hanno veicolato buona parte di questa raccolta sulle PMI quotate. Questa domanda ha gonfiato le valutazioni? In alcuni casi, certamente sì. Allo stesso tempo, tra i titoli meno in vista, ci sono ancora valutazioni fondamentali interessanti. Sulla spinta dei PIR, inoltre, molte aziende stanno valutando la quotazione. Nel 2018 ci sarà quindi una forte domanda, accolta da una sempre maggiore offerta.
Crescita Italia, un bilanciato obbligazionario, è stato il primo prodotto PIR in Italia. Iniziativa Italia, che è invece azionario italiano al 100%, ad aprile è stato adeguato alla normativa PIR. La combinazione dei due prodotti copre quasi tutti i profili di rischio della normativa.
Molto importante affidarsi a prodotti gestiti attivamente, dove si fa selezione dei titoli. In un mercato sottile come quello delle PMI, la selezione del gestore è fondamentale.
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