I mercati finanziari a maggio sono stati relativamente positivi, nonostante le vicende politiche che ne avrebbero potuto condizionare l’andamento. Richard Flax, il Chief Investment Officer di Moneyfarm, discute gli avvenimenti principali dello scorso mese.
Nel mese appena trascorso i mercati si sono comportati relativamente bene. Non saremmo rimasti stupiti di trovare un po’ più di volatilità, visti i borbottii dell’agenda politica. Ma, a parte un breve periodo a metà mese, quando il rumore che proveniva dagli Stati Uniti era particolarmente forte, quello che abbiamo visto è che il mercato si è concentrato di più sulle notizie positive che arrivavano dagli utili delle aziende che sul dibattito politico.
E’ interessante perché le valutazioni di partenza dell’azionario sono relativamente alte se comparate con la storia recente. Quindi il dato sugli utili è cruciale nel sostenere i prezzi.
La dinamica dell’inflazione è stata abbastanza interessante nei due mesi appena passati. Nel Regno Unito questa era stata in parte dovuta ad una sterlina più debole. A livello globale l’inflazione è stata trainata principalmente dai rincari del prezzo del petrolio. Nel periodo più recente la crescita dei prezzi ha però cominciato a rallentare. Questo perché in parte abbiamo visto una stabilizzazione del petrolio. In parte, però, anche perché probabilmente i salari sono rimasti stabili. E lo sono stati nonostante il livello di disoccupazione relativamente basso in molti paesi industrializzati.
Quindi, quando pensiamo alla nostra ipotesi iniziale, quella di un contesto economico in salute, che favorisce i risultati delle aziende, è necessario tenere conto anche dell’inflazione come indicatore. Questo per capire quanto sia realmente marcata questa tendenza economica positiva; e quanto le banche centrali siano in grado di normalizzare la politica monetaria.
Su quest’ultimo punto ci sembra di poter dire che oggi prevediamo strette sui tassi meno intense di quanto potevamo immaginare ad inizio anno.
Quando pensiamo ai mercati nei prossimi mesi, la chiave di lettura è ancora il contrasto tra economia e politica.
Da un lato gli indicatori economici mostrano utili aziendali relativamente robusti, buone performance e crescita soddisfacente. Dall’altro lato, c’è sempre la possibilità che le vicende politiche possano influenzare i mercati. Ciò può accadere specialmente se i temi su cui si è dibattuto molto in questi mesi cominceranno a produrre azioni concrete da parte dei governi od a condizionare le aspettative economiche.
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