Rischio politico e mercati. La view macro di Schroders

Keith Wade – Chief Economist & Strategist di Schroders – commenta il rischio politico sui mercati finanziari a livello internazionale. Il momento politico molto particolare, acuito dai recenti attentati in Gran Bretagna e Francia, vede sempre elezioni all’orizzonte. Nei prossimi giorni ci saranno quelle britanniche. In autunno, con molta probabilità quelle italiane, ed a fine settembre quelle tedesche.

Quest’anno, il rischio politico si è in qualche modo affievolito, in particolare con l’elezione di Macron a Presidente della Francia. E’ un centrista, pro Unione Europea. Un grande passo in avanti ed una battuta di arresto per la populista Marine Le Pen. Ovviamente, i mercati hanno accolto positivamente questo risultato, che era quello che avrebbero maggiormente gradito prima che avvenisse. Il rischio politico, tuttavia, c’è ancora.

Rischio politico in Italia e GB

L’Italia, per esempio, dovrà andare incontro alle elezioni entro maggio 2018 con un Movimento 5 Stelle molto forte. Molto più nell’immediato, ci sono le elezioni alle porte nel Regno Unito.

Molti commentatori ritengono che le elezioni ridurranno il rischio perché rafforzeranno Theresa May come primo ministro, che spingerà per una soft Brexit. Giova però ricordare che ci sono circa 60 membri del partito Conservatore che sono favorevoli ad una hard Brexit. Quindi per il Primo Ministro May sarà necessaria una maggioranza superiore a 60 per avere il controllo su questo particolare aspetto.

Here comes America

Nel frattempo, negli USA, Donald Trump sta fronteggiando la sua dose di problemi con il presunto impeachment sia dal suo coinvolgimento con la Russia. Ciò ha evidentemente portato ad un dollaro americano più debole. Quest’ultima, questa debolezza, è qualcosa che si stava cercando da tempo. Perché? Perché si ritiene che la crescita sia stata eccessiva negli ultimi due anni. Nonostante ciò, la FED alzerà comunque i tassi, ma si pensa che il dollaro tenderà ad indebolirsi ancora in futuro.

Ciò potrebbe creare qualche problema all’euro ed allo yen, ma è certamente positivo per i mercati emergenti.

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