L’attenzione dei mercati finanziari a luglio si è concentrata sulle banche centrali e sui risultati delle aziende. Andrea Rocchetti, il Responsabile dell’Area Consulenza di Moneyfarm, discute gli avvenimenti principali dello scorso mese.
Qual è l’impatto della politica monetaria sugli investimenti?
Quello che i banchieri centrali si trovano di fronte oggi è il problema di invertire la politica monetaria che hanno implementato negli ultimi anni; il tutto senza influenzare negativamente i mercati finanziari, ovviamente. Soprattutto in Europa questo potrebbe essere un problema più complesso perché è vero che c’è una ripresa, ma è anche vero che manca una forte inflazione.
Ogni volta che su passa da politiche accomodanti a restrittive bisogna monitorare i mercati. Confortano, comunque, i dati dell’economia reale. Italia ed Europa in ripresa; il FMI stima una crescita a livello globale del 3,5%, ed ha rivisto al rialzo le prospettive per l’eurozona. Draghi sa tutto, ovviamente, ma non reagirà se non dopo una reale ripresa inflazionistica.
Quali indicazioni arrivano dai bilanci delle aziende?
I dati trimestrali delle aziende aiutano a capire l’attuale contesto economico. I dati sono positivi in America, in Europa ed a livello globale. C’è comunque da monitorare il fattore euro forte, che in Eurolandia potrebbe impattare negativamente, soprattutto sugli esportatori.
Venendo alle azioni, sono eccessivamente sopravvalutate? Difficile rispondere, ovviamente. Molte analisi sembrano andare in quella direzione, e la stessa cosa sembrano dire i fondamentali. E’ anche vero che gli utili sono molto positivi, e sosterranno senza dubbio le valutazioni, come stanno già facendo.
La volatilità è ai minimi storici. E’ un fattore positivo?
Volatilità bassissima. A fine mese si sono registrati i livelli più bassi dal 1990 ad oggi. Questo indica una relativa stabilità dei prezzi degli asset finanziari. E’ positivo o negativo questo fatto? In parte è certamente positivo, in parte dice che il mercato non sta scontando potenziali incertezze e turbolenze. L’investitore non deve seguire il trend caricandosi eccessivamente di asset potenzialmente volatili e rischiosi.
L’approccio migliore resta, naturalmente, la diversificazione. Questo consente di navigare in relativa tranquillità i mercati e difendere i propri risparmi nel medio termine; ciò è ancora più vero in un contesto di inflazione crescente.
