Macro View Globale. Primo semestre 2017 e prospettive sul secondo | Arca SGR

World Macro Outlook è a cura di Vincenzo Pugliese, Gestore Investimenti Obbligazionari di Arca SGR. Approfondimento su alcuni indicatori macro delle principali aree; si esamineranno le dinamiche globali nel loro complesso, con approfondimento su Stati Uniti, Europa ed Italia.

Macro View. I mercati

Per quanto riguarda la dinamica della crescita dell’anno in corso, le stime sono di una sostanziale stabilità tra i vari trimestri dell’anno. Un po’ ovunque, è osservata una leggera accelerazione nel secondo trimestre del 2017. Il livello di crescita raggiunto dovrebbe essere mantenuto fino alla fine dell’anno.

La prospettiva del secondo semestre 2017 è quella di mantenere la dinamica di crescita stabile che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno. Soffermandoci sulle prospettive macro più a medio termine, la crescita globale dovrebbe assestarsi fino al 2019 stabilmente intorno al 3.5%.

La dinamica per i paesi sviluppati è in leggera decelerazione (2,5 in America, 1,5 in Europa, 1% in Italia). L’accelerazione dei paesi emergenti contribuire a far rimanere stabile la crescita mondiale. Nel 2019 dovrebbe essere superato il 5%.

La disoccupazione è in tendenziale miglioramento in tutte le aree. In America è vicino al suo livello naturale; resta elevato, sebbene in miglioramento, in Europa ed Italia.

Inflazione stabile fino al 2019, con previsioni di crescita intorno al 3% globale. Negli States l’inflazione stenta a ripartire, ma si crede che arriverà al fatidico 2% già dall’anno prossimo. In Europa si farà più fatica, e non si riuscirà a raggiungere questo obiettivo neanche nel 2019.

Per i paesi emergenti, è all’opera uno shock inflazionistico che sarà riassorbito negli anni successivi, tornando verso la normalità.

Per quanto concerne il saldo delle partite correnti, si registra una situazione normale: Stati Uniti in negativo, resto del mondo in positivo. Gli squilibri, nel medio periodo, dovrebbero rimanere stabili.

Macro View. L’America

La politica USA è la principale fonte di incertezza per la sua politica economica, e per l’impatto che essa ha sull’economia reale. Riaccelerazione all’inizio del secondo semestre, ma le prospettive per la riforma fiscale e le difficoltà per quella sanitaria stanno facendo rientrare gli ottimismi iniziali. Anche la discesa del petrolio e del dollaro impatteranno sulle stime degli analisti.

Stessa cosa per l’inflazione. Dopo diverse sorprese negative, l’inflazione è attesa in miglioramento sul finire dell’anno e nel medio termine. Il problema principale resta il legame tra mercato del lavoro ed inflazione. Il forte miglioramento del primo, ad oggi, non si traduce in dinamiche inflazionistiche.

La politica monetaria sembra languire. Il ciclo di rialzo dei tassi, già iniziato, procede lentamente. Le aspettative dei “dots” confermano l’andamento graduale dei rialzi. E’ previsto un altro rialzo quest’anno, tre nel 2018 e nel 2019.

La normalizzazione del bilancio, già decisa, inizierà probabilmente dopo l’estate. A pieno regime, il disinvestimento, tra tutti i vari strumenti, sarà di 50 miliardi di dollari al mese.

Macro View. L’Europa

L’inizio dell’anno è stato molto positivo. Il trend di crescita è in linea con l’ultimo periodo del 2016. La crescita ha interessato quasi tutti i paesi dell’area Euro. Per fine anno, si attende la conferma di queste dinamiche.

Inutile sottolineare che la politica monetaria ultraespansiva sta stimolando la domanda interna. Queste condizioni molto favorevoli stanno spingendo anche, in parte, un ritorno ad investire.

Il trend globale prima accennato favorisce il commercio con l’estero. I rischi alla crescita sono molto più bilanciati che in passato.

Per quanto concerne l’inflazione nel suo complesso, a farla da padrone è la componente più volatile, ossia l’energia. La salita dello scorso anno, e  la lenta discesa di questo sono infatti trainati dalla componente energetica. Le aspettative di fine anno sono per una inflazione headline a questi livelli.

Il problema è l’inflazione core, quella principale. Stabile, è ancora molto contenuta all’1%, e crescerà molto lentamente nel medio periodo. Quando la crescita si trasformerà in aumento dei salari, allora l’inflazione salirà verso il target del 2%. Questo è un processo lento e vischioso, che in un periodo post crisi incontra anche impedimenti strutturali.

La BCE si muove in questo contesto economico. L’accomodamento monetario non è al massimo storico, ma resta molto elevato. In autunno, ci sarà una revisione delle politiche non convenzionali; si assisterà probabilmente ad una lenta e totale riduzione dello stimolo nel corso del 2018.

Macro View. Italia

Italia inserita nel contesto europeo appena descritto, chiaramente con le sue peculiarità. Crescita ormai al terzo anno, ma molto moderata, spinta in parte da un iniziale sforzo di riforma, ma più che altro dovuta al combinato disposto di basso prezzo delle commodities e stimolo monetario.

Ripresa attesa in continuazione, ma rischi potenziali, soprattutto al ribasso, potrebbero preoccupare. Le fragilità del sistema finanziario, anche se affrontate, non sono del tutto risolte. Con potenziale incertezza politica e normalizzazione monetaria all’orizzonte, una ripresa lenta e moderata necessiterebbe di ulteriori spinte.

Le sfide sono le solite. Prima di tutto, continuare con le riforme strutturali. Le raccomandazioni degli organismi internazionali vanno tutte nella stessa direzione. Rimodernare il settore pubblico; liberalizzare il mercato dei prodotti e dei servizi; migliorare la produttività nel suo complesso; rafforzare la stabilità del sistema finanziario.

Nonostante i vari passi avanti (mercato del lavoro, banche, NPL), altro e tanto resta da fare.

Non da ultimo, il debito pubblico. Il suo elevato livello ci rende molto vulnerabili a shock indesiderati ed improvvisi. Occorre ridurlo, attraverso politiche fiscali che siano “amiche della crescita”.

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