Un agosto calmo sui mercati finanziari nonostante i tanti avvenimenti geopolitici. Il Responsabile dell’Area Consulenza di Moneyfarm, Andrea Rocchetti, discute gli avvenimenti principali dello scorso mese.
Ad agostyo la tensione geopolitica ha contribuito ad alzare la temperatura, casomai ce ne fosse stato bisogno… Nord Corea, attentato a Barcellona, continui rimpasti alla Casa Bianca. Tutto ha contribuito ad alimentare qualche dubbio sulla effettiva capacità di Trump di mantenere fede alle promesse elettorali, soprattutto quelle fiscali.
Dal punto di vista geopolitico c’è molta carne al fuoco. Se si guarda al passato, ci saremmo già una reazione diversa, e più decisa, dei mercati. Ma i dati economici a livello globale sono buoni, e questo calma molto le acque.
La volatilità storica è ancora molto bassa. Attenzione perché i mercati potrebbero ricominciare a scontare questi fattori. Quindi, cautela e gestione del rischio rimangono fondamentali anche in questa fase.
No. Piuttosto, dopo i rialzi di luglio, si sono normalizzate. Il T-Note a 10 anni è al 2,2%; il Bund a 10 anni scambia allo 0,39%. Il grande assente è l’inflazione. Non ci si aspettano grossi movimenti sui tassi prima della fine dell’autunno. Il perdurare dei tassi bassi dà ossigeno alle obbligazioni. Offre più tempo per studiare una fase di transizione verso la normalizzazione, che sia più graduale e morbida possibile.
Allo stesso modo, c’è la possibilità di cercare rendimenti verso altre asset class.
Nei paesi sviluppati, di solito c’è correlazione inversa tra valute e corsi azionari; un apprezzamento della valuta sfavorisce le esportazioni. Si è visto nelle ultime earnings seasons delle aziende europee, particolarmente quelle tedesche. L’euro forte ha influito anche sui listini azionari, ad agosto.
A fine agosto, l’euro-dollaro si è stabilizzato intorno a 1,19. Gli asset in dollari, ovviamente, sono stati penalizzati fortemente, in questi ultimi mesi, dall’indebolimento del biglietto verde. Con tutte le criticità che possono esserci oggi, con una volatilità bassa, ma con segnali di ripresa, la diversificazione per asset class , sia valutaria che geografica è la migliore garanzia per guardare i mercati di qui in avanti.
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