Mercati. Asset allocation azionaria. 3 domande al gestore | Arca Fondi SGR

Dopo un primo semestre caratterizzato da un cambio di rotta della Federal Reserve americana a favore di una politica monetaria più accomodante che ha ridato fiducia ai mercati e agli investitori, è lecito domandarsi a che punto sono i mercati azionari e quali prospettive possono essere tracciate nel secondo semestre.

Oggi parliamo di mercati azionari, e abbiamo il piacere di avere come ospite Giorgio Bortolozzo, responsabile investimenti nazionali di Arca Fondi sgr. Giorgio, subito la prima domanda. A che punto sono i mercati azionari oggi?

Il 2019 si è caratterizzato da una netta ripresa dei mercati azionari di tutte le aree, che possiamo identificare in due fasi distinte. Una prima già a partire da gennaio, con il cambio di rotta da parte della Federal Reserve Americana a favore di una politica monetaria più accomodante, che ha ridato fiducia ai mercati e agli investitori, che si sono mossi al rialzo recuperando le perdite dell’ultimo quarto del 2018. Anche la stagione delle trimestrali è stata positiva, con ricavi in crescita e numerose società che hanno riportato utili al di sopra delle attese. A partire da aprile, le rinnovate tensioni per quanto riguarda le politiche commerciali, in particolare tra Stati Uniti e Cina, hanno riportato volatilità sui mercati azionari, a seguito della quale i mercati emergenti hanno perso in impeto, divergendo da quelli sviluppati. Questi ultimi, comunque, hanno ritrovato fiducia già in giugno con la ripresa delle trattative con gli Stati Uniti, tornando a far registrare nuovi massimi.

Giorgio, l’andamento dei mercati, in particolare l’andamento dei mercati con un maggio molto negativo, a cui ha fatto seguito un giugno molto positivo, ci fornisce innanzitutto l’occasione per ricordare ai clienti di valutare gli investimenti azionari sempre in un orizzonte temporale pluriennale, quindi non lasciarsi prendere dall’onda emozionale del breve periodo, ma quello che ti voglio chiedere… a livello strategico è da preferire un approccio specifico su un area geografica o un approccio più diversificato?

Hai giustamente citato l’importanza di un investitore di mantenere una componente azionaria ben diversificata all’interno del proprio portafoglio. In una fase tarda del del ciclo economico come quella in cui ci troviamo, caratterizzata da un aumento dell’incertezza, è importante approcciare l’investimento, l’esposizione ai mercati azionari, con uno strumento che offra la massima diversificazione possibile sia tra paesi, tra settori, tra valute e strategie di investimento adottate. All’interno di portafogli più ampi e strutturati è possibile andare a dare un accento maggiore rispetto a quelle aree che sono state maggiormente penalizzate nel corso del periodo e che potrebbero essere invece supportate da un cambio della politica monetaria da parte della delle banche centrali, in particolare dalla banca centrale americana.

Bene, a questo punto siamo ormai nel secondo semestre del 2019, è lecito chiedersi quanto caldo sarà l’autunno che ci aspetta.

E’ vero. Dopo un’ottima performance dei mercati in questa prima parte dell’anno, è più che legittimo domandarsi se il comparto azionario possa ancora dare, possa ancora salire nei prossimi mesi. Quello che possiamo dire al momento è che le valutazioni, anche se superiori alle medie di lungo periodo, non sono ancora eccessive, sono lontane dai massimi. A maggior ragione in un momento in cui tutte le banche centrali mondiali sono orientate verso una politica accomodante verso l’economia. Nei prossimi mesi sarà a riguardo molto importante osservare i dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori, i dati sul mercato del lavoro e quelli sull’inflazione. In assenza comunque di shock di natura geopolitica, pensiamo alle trattative sui sui dazi, non vi è ragione per non mantenere, tramite strumenti ben diversificati e selezionati, una locazione a questo comparto coerente con i propri obiettivi e con i propri limiti di rischio.

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