Federico Trabucco, Portfolio Manager European Equity di Kairos, illustra come i mercati europei hanno reagito ai messaggi distensivi delle Banche Centrali, gli effetti sui portafogli e quali sono le scelte di investimento per il breve periodo.
La lezione più importante che penso possiamo trarre dallo scorso anno da questo è che il corso prevalente della direzione dei mercati è dettato dalle banche centrali, quindi a questo bisogna adeguarsi. Quando verso maggio e giugno ci sono stati i dubbi importanti sul rallentamento della crescita, sia la Fed che la banca centrale europea hanno dato messaggi di forte distensione, e i mercati hanno prontamente reagito, con tutte le asset class a spread che hanno avuto rialzi di prezzi e riduzioni di rendimenti, e poi l’impatto c’è stato anche sul mercato azionario. Ora tutti gli occhi sono sul meeting di fine luglio della Fed, in cui è ampiamente atteso un ritocco in giù dei tassi e la continuazione del messaggio distensivo.
Dunque, quello che ha funzionato in senso ampio nel primo semestre è un po’ un paradosso, nel senso che le cose più difensive, a più basso rischio, che normalmente in un rialzo non tengono il passo del mercato, hanno performato molto bene, quindi l’ossatura del portafoglio è stata ed è titoli large cap di settori difensivi legati ai tassi, e questo ha funzionato molto bene. Tatticamente nel momento in cui c’è stata la percezione del rallentamento ha funzionato ancora meglio. E’ chiaro che poi il tema è se questo continuerà a funzionare nella prossima fase, che potrebbe aprirsi se queste azioni delle banche centrali avessero poi l’effetto di riaccelerare la crescita.
Qualcosa bisogna cambiare, anche perché bisogna mettere nel conto che questa azione delle banche centrali dovrebbe avere l’effetto di riaccelerare un po’ la crescita, quindi quello che facciamo noi è avere scelto alcune delle cose più cicliche , nelle quali crediamo, e su questo ci siamo posizionati. Abbiamo qualche smallcap un po’ più aggressiva, sempre per partecipare alla crescita, e in generale siamo più vigili, più attenti a tradare qualche posizione. Quindi l’ossatura è rimasta quella, con le nostre convinzioni di lungo periodo, ma c’è stata l’aggiunta di queste tematiche. L’altra cosa da ricordare è che i mercati hanno fatto ovviamente molto bene in questa prima metà, siamo a circa 18-20 per cento a seconda degli indici, e lo spazio rimasto per un apprezzamento quest’anno è per definizione più basso. Ma il, come posso dire, lo sfondo non è necessariamente negativo da qua. C’è minor margine di manovra ma, di nuovo, la lezione che abbiamo imparato è che alla fine questa azione delle banche centrali un effetto lo sta avendo.
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