Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet AM Italia, illustra le evidenze del mercato di ottobre 2017. Un focus sui dati dell’occupazione americana mostra la forza del mercato del lavoro. Dalla Fed si attende il rialzo dei tassi di interesse – già anticipato – per dicembre. La Banca Centrale Europea fornirà invece indicazioni sulle modalità che intenderà attuare per rallentare gli acquisti. Al centro dell’analisi di Delitala anche un approfondimento sulla relazione Euro-Dollaro e sul riassorbimento della liquidità. Tutti i dettagli per poter investire al meglio nel video.
I dati sono complessivamente ancora buoni, anche in America. Questo nonostante le correzioni da apportare causa uragani. Il dato sul mercato del lavoro, inferiore alle attese, è chiaro che abbia subito un impatto dagli eventi atmosferici.
La lettura complessiva dei dati, comunque, è buona per il mercato del lavoro, ed in particolare per i salari. Sono cresciuti più del previsto, e sembra manifestarsi un po’ di inflazione salariale. Si pensa che l’inflazione tenderà ancora a salire, e ad avvicinarsi a livelli più consoni con un mercato del lavoro molto vicino al pieno impiego.
Le banche centrali ci stanno raccontando da tempo di come l’inflazione sia in ritardo rispetto al mercato del lavoro ed ai salari. Quindi, se per dicembre le cose non saranno cambiate, avremo un altro rialzo dei tassi USA, di 1/4 di punto. Le previsioni sul futuro sono di altri 2-3 rialzi all’anno, ma su questo il mercato è un po’ più scettico. La sfida tra FED e mercato sta tutta qui: la FED dice che continuerà a rialzare, il mercato sembra non crederci.
Se si sposa la tesi della FED c’è parecchio da perdere sulle obbligazioni, soprattutto in USA, ma anche a giro per il mondo.
La BCE ha preso un po’ più tempo. Alla fine di ottobre forse dirà come e quando rallenterà gli acquisti straordinari; non potrà ovviamente ridurre i tassi di interesse. La BCE ha un’altra arma da utilizzare: la guidance (cioè dire cosa intenderebbe fare nel futuro). Potrebbero allungarsi i tempi tra la fine del QE (previsto per metà, fine anno prossimo), ed il primo rialzo dei tassi.
Il mercato ha recepito questo, ed infatti l’euro-dollaro si è stabilizzato. Ciò che sta accadendo in America tra riforma fiscale, rialzo dei tassi e deregulation finanziaria dovrebbe favorire il dollaro. Il livello a cui potrebbe arrivare sarà probabilmente 1,15.
L’azionario rimane un investimento buono finché c’è ottimismo e le banche centrali non remano contro. I bond sono penalizzati; se dovessero correggere troppo in fretta, questo farebbe male anche alle azioni.
Davanti a noi c’è un riassorbimento della straordinaria liquidità presente sui mercati. Il processo incomincerà il prossimo anno; da 2000 miliardi solo nel 2017 scenderemo a 500.
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