Aspettando le mosse delle banche centrali, ci ha pensato la politica a movimentare il settembre dei mercati finanziari. Facciamo il punto sui principali avvenimenti con Andrea Rocchetti, Responsabile area consulenza Moneyfarm.
A settembre la politica è tornata protagonista. Da una parte le elezioni tedesche, che hanno visto una vittoria non convincente della Merkel, e la crescita dei partiti euroscettici; dall’altra, il caos sul referendum catalano. Infine, il discorso di Macron che ha teso a rilanciare l’integrazione europea.
Tutto ciò racconta di un’europa ad un bivio. Da una parte, la fine della stagione politica e l’economia in crescita aprono spiragli positivi per l’unione europea. Dall’altra, ci sono problemi strutturali e punti deboli che potrebbero ripresentarsi ciclicamente in futuro.
Nel breve termine non ci si aspettano grossi movimenti sui mercati. L’euro potrebbe ritracciare un po’, soprattutto se la riforma fiscale USA andasse in porto. Sulle valute in generale, ci si aspetta che ogni movimento tenda a ribilanciarsi. L’esposizione in dollari è ancora invariata, quindi.
Il presidente americano ha preso una batosta sulla riforma santairia. Adesso tocca a quella fiscale. Ovviamente, i mercati apprezzerebbero molto il taglio fiscale, che vuol dire più utili attesi per le aziende. Le stime per la crescita sono positive; quelle sul PIL sono state viste al rialzo, al 3,8%.
Dovremo vedere come verrà finanziata la riforma fiscale. Si spera in un trend positivo, da qui a fine anno, sulla falsariga di quanto visto nel 2016, grazie al rinnovato interesse per i “trumptrade”.
L’ultima riunione del board della FED non ha rialzato i tassi. La Yellen ha comunque annunciato che partirà presto la riduzione del bilancio. La normalizzazione della politica monetaria, inoltre, dovrà essere graduale e sempre tenendo d’occhio l’inflazione.
I mercati hanno alzato le aspettative sul rialzo dei tassi già a dicembre, con chance al 70%. Entro la fine dell’anno sia la BoE che la BCE dovranno pronunciarsi in merito al tapering, con modalità e tempistiche. I tassi d’interesse rimangono un elemento economico chiave.
In questa fase di transizione bisogna anche ripensare alla propria asset allocation. Ci attendono anni col rialzo dei tassi. Strumenti azionari ad alto dividendo sono dunque meno appetibili di altri benchmark.
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