Intervista a Yacov Arnopolin, gestore per i mercati emergenti di PIMCO. Potranno questi essere la fonte di un ennesimo sprint di fine anno?
I rendimenti rimangono molto bassi. Si presume continui una caccia al rendimento che dovrebbe premiare i paesi emergenti sia in valuta locale che in valuta forte. Questo tipo di debito può offrire sia alto rendimento che alta qualità creditizia. Anche i flussi che ci sono stati negli ultimi mesi dovrebbero continuare.
Esaminando i tre cicli precedenti di rialzo dei tassi della FED, si vede come non siano stati nocivi per gli emergenti. Anzi, negli ultimi 18 mesi si sono viste delle ottime performance sia in valuta locale che forte (dollari). Solo il periodo del taper tantrum ha portato con sé una certa underperformance. Si presume, quindi, che anche con l’attuale transizione dei governatori della FED e con il tapering della BCE, non vi sia nessuno shock per il debito emergente. Anzi, la politica fiscale delle banche centrali continua ad essere espansiva, anche se si vede una riduzione di acquisto dei titoli.
Non si prevede nessun rischio dalla Cina nei prossimi 6-12 mesi. E’ probabile invece una certa stabilità anche dopo il congresso del PCC. La Cina ha agito per sopprimere la volatilità negli ultimi mesi, e si crede che continui a farlo anche nel 2018. La questione principale è se la nuova amministrazione di Xi deciderà una fase di leveraging. Questa potrebbe portare a certi sacrifici in termini di tasso di crescita nel breve termine, ma evitare una crisi nel lungo. In caso contrario, è ovvio che continueranno a sopprimere la volatilità ed a fornire stimoli. Questo potrebbe, tra diversi anni, portare con sé un indebolimento dell’economia.
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