Estratto del webinar ANIMA Live del 5 marzo dedicato agli esiti delle elezioni in Italia, con Filippo Di Naro, Davide Gatti e Luigi Dompè.
I sondaggi non prevedevano una maggioranza definita; più o meno l’esito previsto era questo. La reazione dei mercati è composta. Bisogna ancora avere il senso definito della questione, e capire come gli schieramenti si muoveranno nelle prossime settimane.
Rispetto alle aspettative dei mercati, l’esito elettorale ha portato ad una situazione più complessa; ci vuole più tempo per la sua definizione.
Ormai ci sono elezioni politiche, a livello globale, ogni pochi mesi. Non ne parliamo riguardo alle comunicazioni delle banche centrali. Non si può sempre cambiare portafoglio dopo ogni evento, ovviamente. L’importante è pianificarlo secondo il proprio profilo rischio-rendimento; confrontarsi con un buon consulente; adottare uno stile di investimento omogeneo col proprio profilo di rischio.
Importante verificare la volatilità. In questo caso, rivedere se meglio un investimento in una sola tranche oppure un PAC. Attrezzare i portafogli secondo gli eventi è il ruolo dei gestori; il cliente deve specificare il profilo di rischio al consulente in modo da essere consigliato al meglio.
Esposizione di rischio dei portafogli ridotta prima del voto. Il mercato non aveva scontato totalmente l’incertezza elettorale; si era orientato più verso un risultato favorevole a forze europeiste. L’esito del voto induce a mantenere un approccio cauto. Non bisogna, inoltre, azzardare scenari politici che sarebbero, probabilmente, sbagliati.
Si osserva, comunque, come l’assunzione di incarichi governativi modera gli atteggiamenti estremisti a causa dell’assunzione di responsabilità. Questo anche in ambito economico. La situazione è in continua evoluzione, comunque.
Lo scenario realmente non scontato dal mercato è l’incertezza, e la NON formazione di un governo. L’Italia, a differenza di Spagna e Germania, non può permettersi l’assenza troppo a lungo di un esecutivo.
Sui mercati obbligazionari governativi ci sono i vincoli europei. Qualunque sia il governo politico, tutti sono soggetti al rispetto degli accordi in sede europea, ed alle restrizioni di spesa. Esiste ancora l’influenza positiva, inoltre, del QE della BCE nel calmierare gli spread.
I mercati rimangono in attesa, in ogni caso, di una definizione politica precisa nelle prossime settimane. Quando il quadro politico sarà chiaro, ci saranno maggiori movimenti sia al rialzo che al ribasso.
Gli eventi politici quasi mai modificano le prospettive di medio periodo dei mercati. Queste sono determinate dall’andamento economico e dalle condizioni monetarie. Il primo è buono, con ripresa diffusa in atto in Europa ed Italia; ripresa propagata sia a consumi che investimenti che all’export. Non ci si attendono ricadute negative per cause politiche. Le seconde rimangono espansive; anzi, potrebbero anche prolungarsi proprio a causa dell’incertezza italiana.
Rimane un approccio moderatamente positivo al mercato azionario europeo. In Italia, qualche settimana di maggiore volatilità in attesa di una soluzione politica alla formazione di un governo.
La cosa migliore sono i prodotti bilanciati, che propongono una diversificazione sia obbligazionaria che azionaria, con diversi livelli di rischio. Nei prodotti in questione ci sono sia i paesi sviluppati che gli emergenti, naturalmente.
Come sempre, il posizionamento dei prodotti va confrontato col profilo di rischio del cliente.
Certamente sì. Bisogna capire come si evolverà la politica economica di Trump nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. I temi legati al protezionismo vanno contro la crescita economica, sempre. Ciò influenza certamente i mercati finanziari.
La reazione dei mercati, negativa, c’è stata; poi ci si è assestati, ma sono riaffiorate le paure per un ruolo protezionistico dell’America, che non farebbe bene a nessuno. Bisogna aspettare e vedere come si evolve la situazione.
Il tema è sempre quanta Italia avere in portafoglio. Ma di questo si occupa il gestore, coerentemente con lo scenario attuale. In caso di investimenti settoriali, verificare quelli che sono gli scenari attuali, per eventuale ripesamento dei portafogli.
Al momento, non ci sono condizioni per pensare ad un riposizionamento strategico dei portafogli. Bisogna aspettare e vedere cosa succede.
Molto difficile dirlo. Innanzitutto gradirebbe UNA coalizione che avesse i voti per governare. I programmi, come detto, subiscono tutti una smussatina di realpolitik quando si deve governare. Ma ci vorranno ancora settimane per una soluzione.
Se prolungato, certamente sì. In altre situazioni, in altri paesi, lo stallo, però, non influenza in maniera decisiva l’economia. L’incertezza porta comunque volatilità; più è breve, meglio è.
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