Strategie flessibili. L’approccio giusto al mercato | Ersel

Intervista a Fulvio Martina, responsabile delle strategie flessibili nel team delle gestioni patrimoniali di Ersel.

Quadro complessivo

Nell’ultimo periodo stiamo assistendo ad una fase particolarmente positiva per i mercati finanziari. Questi sono supportati da un quadro macro particolarmente positivo sia in America (mercato del lavoro) che in Europa. In quest’ultima le buone notizie sono sia macro (indici manifatturieri ai massimi), sia micro (risultati societari particolarmente buoni). Quest’ultima cosa non si vedeva da anni in Europa.

Strategie flessibili

Questa fase di mercato va approcciata in modo decisamente costruttivo, su tutte le asset class. Vediamole nel dettaglio.

Azioni

In area equity, l’esposizione è del 28%, e deve essere gestita in maniera particolarmente dinamica, come nel recente passato. Le incognite geopolitiche anche recenti (Olanda e Francia) avrebbero potuto portare volatilità. Prima delle elezioni francesi l’esposizione è stata ridotta, anche con l’uso di strumenti derivati. Il mattino successivo alla vittoria di Macron al primo turno, la posizione è tornata a quanto accennato prima. Questo per beneficiare della spinta al rialzo dei mercati, chiaramente più favorevoli al candidato europeista.

Attualmente il portafoglio azionario evidenzia un sovrappeso dell’area euro rispetto ad altre nazioni; per la precisione è il 50% dell’equity complessivo. L’opinione comune è di notevole positività su questa zona geografica, anche per le ragioni esposte in analisi complessiva.

Obbligazioni

Venendo alle obbligazioni corporate, c’è una posizione importante in credito HY e subordinato bancario. La posizione va particolarmente ben, nel periodo, grazie al continuo restringimento degli spread. Si mantiene questa posizione. Le ragioni sono il supporto della BCE, ancora accomodante almeno fino a fine anno, e forse oltre. Oltre a questo, i dati aziendali fanno da supporto. Infatti, i tassi di default sono ai minimi.

Sul fronte bond governativi, invece, si è azzerata la posizione ai mercati governativi dell’area euro. Non si vede valore, ed il profilo rischio-rendimento non è interessante. Nella parte “core”, i rendimenti sono davvero bassi. Nella periferia c’è più rendimento, ma anche maggiore rischio. E’ ancora in essere, invece, la posizione sui Treasuries americani, nello specifico il decennale. Questo perché è molto ben prezzato rispetto allo stato dell’economia, e come asset protettivo nel caso di volatilità.

Valute

Situazione incerta. Euro/dollaro in rivalutazione dopo la vittoria di Macron. Qui la chiave è vedere se dominerà una FED meno accomodante rispetto al passato (rafforzamento del dollaro), oppure prevarranno le voci del rafforzamento dell’euro. La vittoria di Macron, abbinato a dati macro e micro buoni, potrebbero costringere la BCE a rientrare anch’essa dalle politiche accomodanti. Quindi una discreta incertezza. L’esposizione è del 10% del portafoglio complessivo, riducibile al 5% se si rafforza il dollaro; incremento se si rafforzasse l’euro.

Conclusioni

Sul portafoglio alternativo, l’esposizione è incentrata sul segmento M&A (fusioni ed acquisizioni). Ci sono parecchie operazioni in corso, gli spread sono interessanti e la volatilità abbastanza bassa. Il rpofilo rischio-rendimento è quandi interessante.

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