Intervista a Marco Nascimbene, gestore del fondo Fondersel PMI, sulle prospettive del mercato azionario italiano.
L’esito delle elezioni francesi ha tranquillizzato i mercati europei. Questi ultimi erano stati caratterizzati da un certo nervosismo nei primi mesi, in attesa di questo importante appuntamento. Questo esito ha favorito il mercato azionario italiano, vista la sensibilità che l’Italia ha con le problematiche dell’area euro.
La reporting season è partita con il piede giusto, con risultati migliori delle attese, ed incoraggianti anche per la seconda parte dell’anno. Siamo solo agli inizi, ma per quanto visto finora, i titoli industriali sono andati discretamente bene; forte crescita dei ricavi, sia a livello globale che europeo. Lo stesso si vede, come previsioni, per la restante parte dell’anno. Per il mondo bancario, i primi segnali sono incoraggianti. Dal lato degli NPL si inizia a vedere una stabilizzazione dei nuovi crediti in sofferenza; in contemporanea, c’è una tendenza al calo degli accantonamenti su crediti. Ciò fa ben sperare per il resto dell’anno.
Qualche segno negativo c’è sul margine di interesse, ma il rialzo dei tassi prossimo venturo pian piano porterà segni positivi anche qui. Ovviamente, contestualmente ci deve essere un forte controllo dei costi; se questo avverrà, nel settore c’è ampio spazio per il miglioramento dei multipli, e per il prosieguo del rialzo iniziato al principio dell’anno.
Segni positivi si vedono anche nel settore dei consumi domestici. Anche qui il controllo dei costi è molto forte. I titoli hanno cominciato a muoversi, in ritardo rispetto agli altri, ma proprio per questo sono ancora interessanti. Lo stesso vale per il settore telecom e media, dove la dinamica ricavi è ancora negativa (media); tuttavia, il controllo dei costi ed il miglioramento atteso per i prossimi mesi fanno ben sperare per un movimento al rialzo.
Segnali negativi vengono solo dal settore petrolifero. Il prezzo del petrolio così basso non fa ben sperare, in particolare per i titoli legati ai servizi. Gli ordini languono e la poca visibilità non fa ben sperare per il futuro.
Quindi, riassumendo, nonostante il movimento al rialzo post elezioni francesi, c’è ancora spazio per l’Italia e la crescita del suo mercato azionario. Questo perché gli investitori internazionali potrebbero alleggerire le posizioni altrove (America?), ed indirizzarsi sui mercati europei. Questi ultimi sono partiti al rialzo più tardi rispetto agli USA, e quindi hanno ancora margini di miglioramento.
Un discorso a parte meritano i titoli delle PMI. Hanno fatto benissimo da inizio anno, in particolare grazie ai flussi derivanti dai PIR. Tra l’altro, nel settore pesano molto le società industriali, che sono quelle che stanno avendo i migliori risultati societari del periodo. Risultati e flussi di investimento continuano a far ben sperare nel settore per il resto dell’anno.
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