Rendimento. Come coglierlo in uno scenario in movimento | Fondi & Sicav

Marco De Micheli, Senior Sales Managers Axa Investment Managers, spiega come cercare rendimento in uno scenario in movimento. La sua società si sta preparando ad affrontare una maggiore volatilità. Nella parte obbligazionaria dei portafogli la duration viene tenuta sotto i tre anni, mentre in linea generale verrà tenuto un approccio flessibile.

Quali sono le aspettative in termini di volatilità? Come sono posizionati i prodotti multi-asset per gestire questa variabile in termini di rendimento?

La volatilità sarà in rialzo, soprattutto nel settore obbligazionario. Lo sarà per vari motivi. Innanzitutto, il sempre venire meno del supporto delle banche centrali (vedi Europa). Potrà essere rinegoziato o meno, chissà. L’incertezza che segue queste manovre porterà volatilità sul reddito fisso.

Negli States siamo all’inizio di un ciclo di rialzi già dichiarato; rialzi che saranno tra l’altro piuttosto corposi e lunghi in termini temporali. Questo porterà, chiaramente, tassi al rialzo, ed in maniera volatile. Ci fidiamo delle banche centrali per controllare una dinamica eccessivamente impattate sui mercati.

Come ci si difende da tutto ciò? Investendo nel breve termine. I portafogli multi-asset, in questo momento, hanno una buona esposizione in liquidità pura (strumenti monetari); per le obbligazioni, si investe nel breve, cioè sotto i tre anni di duration, per minimizzare l’effetto dei tassi a lunga scadenza. Quindi strategia flessibile con queste caratteristiche.

Da un lato si rinuncia ad un po’ di rendimento sulla parte lunga della curva, ma ci si potrebbe rifare con gli spread. Tra questi, il più interessante è quello del corporate investment grade. Rinunciando al plus di rendimento prima accennato, si ha una maggiore stabilità di portafoglio.

Come ci si muove per gestire l’attuale processo di rialzo dei tassi dei rendimenti obbligazionari?

La dinamica del reddito fisso verrà fortemente impattata dalle decisioni delle banche centrali. Verrà, però, anche influenzata dai dati macro provenienti dagli States ed anche da quelli politici. Quest’ultima, in particolar modo. I mercati, tra l’altro, l’hanno già “comprata” completamente. Il rialzo da novembre ad oggi, sostanzialmente, è dovuto all’implementazione di forti prospettive di crescita per l’economia americana.

Le banche centrali devono fare da cuscinetto a questa forte crescita attesa, cercando di stabilizzare i mercati. Questi ultimi, infatti, tendono a sovrareagire ed a sottoreagire alle buone ed alle cattive notizie.

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