Obbligazioni: spiragli di normalità | Kairos Partners SGR

Rocco Bove, Head of Fixed Income di Kairos, analizza il momento del mercato delle obbligazioni: le dichiarazioni di Powell (Fed) verso una normalizzazione dei tassi più graduale e la situazione più complessa in Europa (BCE, Italia, Brexit, economia in rallentamento). Tanti i temi sul tavolo per raggiungere la stabilità in Europa. Come affrontare oggi il mercato obbligazionario e quali soluzioni per i primi mesi del 2019.

Punti nodali

  • Parole di Powell molto importanti. Marcata differenza rispetto a quelle dello stesso Powell della volta prima;
  • Ad ottobre i mercati si erano spaventati perché Powell aveva detto che la FED sarebbe andata molto spedita sul rialzo dei tassi (4 per l’anno prossimo);
  • Questa volta, pur non accennando esplicitamente ad un numero preciso di rialzi, ha lasciato intendere che la normalizzazione sarà più graduale;
  • Festeggiano quindi i mercati delle obbligazioni. I T-Note a 10 anni è sotto il 3%. Festeggia anche l’equity, perché il principale rischio per le azioni è una FED troppo aggressiva; anche gli emergenti festeggiano;
  • Europa in situazione più complessa rispetto agli USA; molti fattori che creano mal di pancia, anche se in alleggerimento (tipo l’Italia);
  • Parte breve della curva italiana stabilmente sotto l’1%; spread finalmente sotto i 300 bps;
  • Brexit altro scenario in movimento. La BoE ha mandato una sorta di alert, che dovrebbe richiamare tutte le parti in causa a cercare un compromesso;
  • Italia e Brexit preoccupazioni in alleggerimento quindi. Rimane la situazione di rallentamento dell’economia europea;
  • Occhi puntati su Mario Draghi, perciò. Come reagirà la BCE ad un’economia che sta perdendo colpi? Se anche Draghi dovesse ammorbidire i toni, e rallentare il percorso di normalizzazione della BCE, si potrebbero creare le condizioni per una ripresa di azioni ed obbligazioni, che hanno molto sofferto quest’anno;
  • I mercati obbligazionari vanno affrontati, vista la FED, comprando Treasuries, ancora interessanti a questo livello;
  • Gli emergenti, di conseguenza, potrebbero a loro volta beneficiare di un rasserenamento sui mercati e di un T-note a 10 anni non troppo forte, oltre che un dollaro ormai non più così forte;
  • Altro tema importante è il petrolio. Ribasso importantissimo, che certamente ha reso più morbida la FED;
  • I mercati emergenti sono legati a doppio filo al petrolio, in quanto svariati sono esportatori (e quindi soffrono in questo momento), ma la maggior parte sono importatori (e quindi beneficiano dell’ampio ribasso);
  • Quanto detto mette in luce positiva i convertibili;
  • Qualche preoccupazione ancora per l’high yield, per quotazioni ancora troppo alte, e per la riduzione della liquidità;
  • Molto interesse per subordinati bancari ed obbligazioni bancarie in generale, perché questi titoli sono la cartina di tornasole del sentiment del mercato;
  • Se i mercati si riprendessero, uno dei primi settori a beneficiarne sarebbero certamente i bancari;

 

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