In agosto i mercati azionari sono saliti mediamente del 1.4%. Nuovi record per Wall Street, salita di oltre il 3%. Sono però negativi gli altri mercati azionari, un movimento di cosiddetto risk off che si osserva anche nei mercati a reddito fisso dove i più penalizzati sono stati i mercati emergenti. Qui, il debito in valuta forte (dollaro) è sceso mediamente del 2,5%. Il punto sui mercati è a cura di Alberto Zorzi, Vice Direttore Generale Direzione Investimenti.
Nel recente passato si è discusso degli elementi di incertezza che ci si attendono nei prossimi mesi, e sulle sfide di un contesto con crescita economica almeno discreta, ma tanti temi che tengono in allerta i decision-makers degli investimenti.
Sul fronte dati, sono positivi quelli che guardano al passato, così come quelli che guardano avanti ((indici PMI ampiamente in area di crescita). I temi geopolitici rendono difficile delineare il costo in cui ci troveremo ad operare nei mesi a venire.
La legge di bilancio italiana sarà un test importante non solo per il mercato interno, ma anche per la politica europea. Nel 2019, in pochi mesi, in Europa ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, cui seguiranno le nomine del nuovo presidente del medesimo e della Commissione. Dopo pochi mesi, mario Draghi lascerà la guida della BCE, ambita e delicata. Nel frattempo, giungerà a scadenza il negoziato sulla Brexit.
Mentre l’Europa affronta e dovrà misurarsi con tutto ciò, non si attenuano le tensioni sul commercio internazionale, con le guerre tariffarie, molto delicate e potenzialmente dannose per la crescita economica. Con scenari meno chiari, ovvia meno disposizione al rischio degli investitori (cattiva performance degli emergenti sia azionari che a reddito fisso). Oltre a questo, l’allargamento dello spread italiano preoccupa, come la riduzione dei rendimenti dei mercati “core“.
Nel ridurre il rischio, gli operatori si sono dimostrati selettivi. La crisi turca e quella argentina hanno chiaramente penalizzato gli emergenti, così come la situazione spread italiana ha influenzato la periferia europea. Fortunatamente non si sono osservati fenomeni di contagio, cioè vendite indiscriminate.
Wall Street, come detto, è al record storico. Le motivazioni sono principalmente la decisione di molte aziende di reinvestire i propri utili, comprando azioni proprie, incrementando così la spinta al rialzo.
Fortunatamente i mercati affronteranno queste incognite con una liquidità ancora abbondante, senza però i supporti degli acquisti delle banche centrali.
Ci sono molte domande a cui cercare risposta, ma ci sono alcuni punti fermi. In Europa e Giappone i tassi di interesse rimarranno molto bassi. Banche centrali molto sensibili alle condizioni finanziarie, e vogliono mantenere le loro politiche accomodanti. Le guerre tariffarie interferiranno con le scelte di politica monetaria, quindi ci sarà grande cautela sulle scelte di politica monetaria.
Tassi bassi agevolano chi si indebita; la domanda dei consumi continuerà a sostenere la crescita. In altri termini, in assenza di forti pressioni inflazionistiche non c’è necessità di raffreddare la domanda di beni e servizi. I mercati fluttueranno,a volte nervosamente, intorno a trend a volte non evidenti.
Dobbiamo essere consapevoli che ci attende un contesto di mercato nel quale i ritorni saranno inferiori. In termini più pratici, per ogni centesimo di rendimento dovremo accettare un po’ di rischio in più.