Mercati movimentati a febbraio mentre in Italia ci sono state le elezioni politiche: il punto sui più recenti avvenimenti economico-finanziari con Roberto Rossignoli, Portfolio Manager Moneyfarm.
A febbraio questo è stato sicuramente uno degli eventi più importanti. Powell ha confermato la sua view sull’economia, forte, e sull’inflazione, che si attesterà intorno al 2%. Ha anche detto, molto decisamente, che il rialzo dei tassi d’interesse proseguirà come nei mesi passati; quindi, nel corso dell’anno, saranno probabilmente quattro.
Febbraio è stato un mese molto volatile. Diverse perdite per l’azionario, anche se inferiori a come era iniziato il mese. Il comparto obbligazionario, a differenza di gennaio, ha offerto spunti di diversificazione, fungendo da cuscinetto per le performance. I portafogli hanno quindi fatto meglio dei listini azionari. A fine febbraio si sono anche chiuse le trimestrali, globalmente molto buone. Tra Stati Uniti, Europa e Giappone gli utili sono mediamente cresciti dal 15 al 17%.
Lo scoppio di volatilità di inizio febbraio è stato sicuramente degno di nota, e da registrare negli annali. Ma è meglio concentrarsi sulle performance macroeconomiche e monetarie, poiché sono queste che guidano le performance negli ultimi mesi.
Queste tematiche sono essenzialmente due. La prima è una rivalutazione, da parte degli operatori, delle probabilità di rialzo dei tassi della FED. Da gennaio a febbraio queste probabilità sono state rialzate; ciò ha impattato sui mercati, e spiega in buona parte la performance negativa. La seconda è che gli indicatori economici hanno rallentato un attimo. Dopo un picco di sorpresa economica nella seconda metà del 2017, le cose si sono un po’ attenuate, come è comunque normale che sia.
Tornando ai tassi di interesse, non è la prima volta che ci si trova di fronte ad una serie successiva di rialzi. Questa volta cambia, però, come questi tassi siano percepiti dal mercato, e come questi si inseriscano in un contesto di inflazione mutato.
I portafogli, di conseguenza, devono essere aggiornati in virtù di questi nuovi sviluppi.
Le tematiche emerse erano già chiare prima delle elezioni stesse: disaffezione verso partiti e personaggi della Seconda Repubblica, malcontento verso l’attuale contesto politico.
I mercati, però, non hanno reagito con eccessiva volatilità. Cosa succederà è difficile a dirsi. Un ruolo importante lo ricopre il Presidente della Repubblica, che lo eserciterà nel migliore interesse del Paese. I numeri per formare un governo ci possono essere, ma dipende dalle scelte dei partiti. Ulteriori indicazioni, però, arriveranno solo con l’elezione del Presidente della Camera e di quello del Senato.
L’approccio di investimento deve rimanere diversificato globalmente, in ogni caso.
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