Mercati azionari globali. La view di marzo 2018 di Ersel

Intervista a Andrea Nocifora, team gestioni patrimoniali Ersel, sui mercati azionari globali ad inizio marzo. Come vanno le cose dopo il sell-off di inizio febbraio?

Cosa è successo?

Febbraio è stato un mese complesso per i mercati azionari globali. Infatti c’è stato un rapido e violento aumento della volatilità, cosa che non si vedeva ormai da anni. Il tutto ha portato gli indici azionari a rendimenti negativi da inizio anno. I mercati hanno iniziato ad incorporare la possibilità che l’inflazione, soprattutto in America, ecceda il target del 2% della FED; ciò comporterebbe che i tassi reali siano più alti delle attese degli ultimi mesi.

Lo scenario fondamentale

In realtà lo scenario fondamentale è rimasto sostanzialmente invariato, ed è abbastanza solido. In America la reporting season per il Q4 del 2017 è stata molto buona; l’aspettativa per la crescita degli utili è ancora del 10-15%, e quindi supporta molto bene l’indice, anche senza espansione del multiplo. In Europa, invece, c’è stato un leggero deterioramento nelle aspettative di crescita degli utili per azione. Si crede, però, che ancora possano eccedere il consenso per l’anno in corso. I rendimenti dovrebbero quindi essere soddisfacenti nel corso dell’anno, soprattutto grazie all’apporto del settore bancario.

Asset allocation

Nei portafogli, soprattutto quelli americani, l’esposizione è coerente ad un rischio potenziale di inflazione sempre più elevato. Di conseguenza sono pesati i settori che storicamente la soffrono, quali real estate, utilities, telecom e beni di consumo. Sono invece sovrappesati i prodotti di consumo effimeri, l’information technology, i finanziari e l’energia; questi, storicamente, sovraperformano il mercato.

In termini geografici, il sovrappeso è in Giappone e nell’Asia emergente. Nel primo caso, lo yen è ancora storicamente debole, questo significa che le aziende giapponesi sono più competitive sull’export, soprattutto nei confronti di quelle USA. Ciò supporta il mercato, con uno scenario macro ancora molto positivo. Inoltre, la Bank of Japan continua a supportare la liquidità del mercato.

Per gli emergenti nel complesso la preferenza è sull’Asia, come già accennato. Lo scenario, rispetto ad altre fasi storiche di rialzo dei tassi USA, è diverso. I fondamentali di questi mercati sono infatti più solidi e meno vulnerabili, a livello medio; le problematiche sono soprattutto in America Latina.

Conclusioni

Di base, anche grazie a valutazioni molto ragionevoli, la fase di outperformance degli emergenti rispetto agli sviluppati, iniziata sostanzialmente un anno e mezzo fa, sia in realtà ancora solo all’inizio.

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