La responsabile di portafoglio di JPMorgan Funds Clare Hart spiega come si avvicina ai settori finanziario e tecnologico, e dove trovare le migliori opportunità oggi sui mercati.
I finanziari sono il settore su cui sono più esposti, e spesso ricevono domande dagli investitori sul perché sia così. Non c’è troppo rischio in quanto tale, con un’allocazione così concentrata su un solo settore? La risposta è che loro pensano sempre al rischio, e che pensano sempre alle perdite potenziali.
Per questo il portafoglio ha un’allocazione massima ai finanziari del 25.30%, ed all’interno di questa percentuale ci sono 20 nomi diversi. E la ragione di questi 20 nomi è che ciascuno di loro appartiene ad un differente sottosettore. Quindi, per esempio, ci sono le assicurazioni, e non solo quelle sulla vita, ma anche quelle sulle proprietà, le riassicurazioni ed i broker assicurativi. E si sta parlando solo di assicurazioni… Ci sono poi gli asset manager, le banche, le banche regionali e quelle diversificate. Si tratta, quindi, di una visione molto allargata, a 360 gradi, su tutto il settore dei finanziari.
Il loro lavoro è di investire al meglio in un contesto di incertezza correlato ai tassi di interesse, che comunque devono andare al rialzo. Bisogna sempre stare sul chi vive perché ci possono sempre essere imprevisti, come l’anno scorso, o questo inizio anno. L’obiettivo, quindi, è di comprare società in cui si veda la reale possibilità di realizzare guadagni; per fare questo, bisogna comprare una grande società, che sia anche un grande brand, perché sono queste che sopportano meglio gli sbalzi dei mercati. La prospettiva, naturalmente, deve essere a lungo termine, perché se il mercato storna per un breve periodo, bisogna non panicarsi e, anzi, comprare sui ribassi. Questo, naturalmente, se si crede in quella società ed in quel modello di business.
All’interno di questo settore, c’è da dire che molti investitori sono curiosi persino di trovarcelo, nei loro fondi. E non importa quanti nomi siano. Ma loro rispondono di guardare ai multipli, e che sono disposti a pagare per queste azioni perché hanno posizionamenti favorevoli sul mercato, e partnership durevoli. Insomma, modelli di business che funzionano. Quando si guarda a ciò, i multipli non sono così esagerati, anzi.
Per esempio, sono esposti su una società che fa un pezzo dei controlli di sicurezza per le automobili. Ce l’hanno perché se si pensa a quanto questa società paga poco quel pezzo, per produrlo, ed a quanta sicurezza questo fornisce in un auto, sarebbero disposti a pagare le azioni di questa società anche 5, o 100 volte di più. Queste sono le aziende tecnologiche che gli piacciono. Non i grandi nomi, ma aziende con vantaggi competitivi.
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