Mercati finanziari. Il punto di aprile di Arca SGR

Nel mese di marzo i mercati azionari globali sono scesi mediamente del 2,3%; la perdita complessiva nel Q1 2018 si attesta perciò a -2%. Le perdite si sono evidenziate in tutte le aree geografiche. Positiva invece la performance degli indici obbligazionari, con il globale a +1%, e quelli europei a +1,5%. Questi ultimi hanno beneficiato della discesa dei rendimenti tedeschi a 10 anni, riportatisi allo 0.5%. Sui mercati valutari, nessuna variazione degna di commento.

Inflazione e dazi: nuovi temi economici

Chiuso il primo trimestre si può tirare un primo bilancio dell’anno. I temi che hanno dominato il 2018 a livello mediatico sono stati l’inflazione e i dazi. Quest’ultimo tema è del tutto politico; i dazi introdotti hanno risonanza molto maggiore dell’impatto economico. La teoria economica insegna che i dazi danneggiano non solo chi li subisce, ma non portano benefici duraturi neanche ai paesi che li applicano. Sono stati minacciati con grande enfasi, ma applicati, almeno per adesso, con grande cautela.

L’altro tema molto ricorrente è l’inflazione. Inflazione americana, perché in Europa la BCE ha addirittura rivisto marginalmente al ribasso le proprie aspettative al riguardo. I Bund tedeschi, a questi livelli, sottolineano una mancanza di rischio di riscaldamento dei prezzi al consumo. In America, Powell si dimostra meno affabile, a livello comunicativo, rispetto alla Yellen. Il dato rilevante è se la FED rialzerà i tassi tre o quattro volte; non sono grandezze da preoccupare l’investitore che ragiona sul medio termine. I numeri non segnalano grandi discontinuità; né nei dati veri e propri, né in misura delle aspettative implicite dei titoli indicizzati al livello dei prezzi al consumo.

Non si minimizzano i segnali dei mercati, ma non vanno confusi con aspettative di inversione del ciclo economico. Si osservano, infatti, attese degli utili per azione su un sentiero positivo. Il recente ribasso dei mercati azionari è guidato da una riduzione dei multipli. Questa può dipendere in parte dal rialzo dei tassi di interesse, ma più probabilmente è espressione di incertezza e non di aspettative.

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