Ancora volatilità a marzo sulla scia delle scelte commerciali di Trump: il punto sui più recenti avvenimenti economico-finanziari dei mercati con Federico Ridella, Consulente Finanziaro Moneyfarm.
Ribassi importanti sull’azionario americano, finora, ed anche in Europa e Paesi emergenti, che però hanno limitato i danni.
La principale tematica di questo mese è stata la politica internazionale. Nonostante questo, il quadro macro globale risulta ancora positivo; ci sono ancora opportunità interessanti per investitori lungimiranti. La sorpresa economica positiva, però, è in leggero attenuamento.
Molto importante la questione delle politiche commerciali di Trump. Provvedimenti rivolti principalmente verso la Cina, nei cui confronti gli USA hanno un deficit commerciale di 375 miliardi di dollari. E la Cina detiene una buona fetta del debito pubblico USA. Per questo motivo le interconnessioni tra i due paesi sono molto importanti.
Molteplici scenari a disposizione; da uno meno preoccupante, con aggiustamento a favore degli USA della bilancia commerciale americana, ad uno con una vera e propria guerra commerciale, che non può coinvolgere solo queste due nazioni, ma inevitabilmente destinato a riverberarsi anche altrove. Il rischio è che la crescita economica globale vada quindi a rallentare.
In attesa di vedere gli effetti di queste politiche commerciali, si nota come si sia alzata la volatilità. La ragione è l’imprevedibilità delle mosse di Trump, e delle incertezze legate ad una politica protezionista.
Un’altra importante tematica è stata la questione connessa a Cambridge Analytica. Fondamentalmente, si è trattato della cessione di milioni di dati di milioni di utenti fatta da Facebook, ed utilizzati anche da questa società. Sembra che quest’ultima, con essi, abbia provato ad influenzare i risultati delle elezioni in certe economie globali.
La vicenda offre spunti etici e di modello di business per tutto il mondo tech USA. I FAANG, i principali titoli tecnologici, hanno avuto forti perdite a seguito dello scoppio di questa vicenda. La questione è importante anche perché queste aziende sono una grossa fetta dell’indice S&P500, il principale delle borse americane. Il ribasso di queste aziende si è quindi riflesso su tutto l’indice e, vista l’importanza dell’America, su tutti i mercati globali.
Negli ultimi anni, c’è da notare, queste aziende hanno corso molto in borsa. La motivazione è l’entusiasmo per una rivoluzione economica nella quale si credeva e si crede ancora. Ciò che è accaduto richiede l’attenzione dei regolatori.
Per quanto concerne l’asset allocation, la parola d’ordine è diversificazione. Questo per attenuare fattori di rischio settoriali e geografici.
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