La fase di rialzo dei titoli obbligazionari sembra essere terminata e iniziano a vedersi segni negativi sugli investimenti. Antonello Cattani, dello Studio Q Consulenze Finanziarie, spiega come comportarsi se si detengono fondi obbligazionari in portafoglio.
I BTP sono titoli di stato a tasso fisso, quindi la questione riguarda ogni prodotto di questa categoria. Un risparmiatore che porti il proprio titolo alla scadenza non dovrebbe preoccuparsi perché ignorerebbe ciò che accade durante la vita del titolo stesso. Nel corso della propria vita, però, il titolo di stato a tasso fisso subisce delle oscillazioni che dipendono dall’andamento dei tassi di mercato. Se questi ultimi scendono, il titolo a tasso fisso ha un apprezzamento di valore, e viceversa. Quindi, se il risparmiatore è un cassettista, l’effetto non viene avvertito; i fondi comuni che investono in obbligazioni, però, sono obbligati a fornire al risparmiatore la sua situazione effettiva giorno per giorno.
In questi ultimi anni, tra l’altro, si è avuta una situazione ideale: tassi in calo, aumenti di valore sia in conto capitale che cedolare. Negli ultimi sei mesi, invece, si assiste ad un’inversione di tendenza. I tassi, anche se non in aumento marcato, stanno provocando una leggera diminuzione delle quotazioni.
I fondo euro governativi a medio lungo termine, per esempio, da inizio anno hanno registrato un -1,22%, e negli ultimi sei mesi -3,46%. In termini assoluti non è una catastrofe ma, per un investimento che dovrebbe essere “sicuro“, è una perdita (ipotetica, come si è visto prima) sostanziosa.
Fino a pochi mesi fa i gestori di fondi abbinavano al titolo di stato sicuro anche titoli high yield, ad alto rendimento. Quest’ultimo, ovviamente, presuppone un maggior rischio. Fino a pochi mesi fa, questo maggior rendimento aveva un impatto positivo. Attualmente, il rendimento degli HY è solo di pochissimo superiore ai titoli di stato. Da adesso in poi, sarà difficile per un gestore continuare ad utilizzare questa tecnica. Quindi il risparmiatore si trova a fronteggiare maggiori rischi, ma minori rendimenti garantiti.
Certo. E finora lo hanno fatto positivamente. La BCE, infatti, acquista mensilmente circa 10 miliardi di euro di titoli di stato italiani. Un forte compratore sul mercato ha dato, chiaramente, stabilità ai titoli. Negli ultimi tempi, però, è bastato che la BCE riducesse anche di poco questo acquisto per generare scosse negative sui mercati. Tra l’altro, i possibili successori di Draghi alla BCE, tra poco più di un anno, hanno già fatto intendere che non attueranno politiche così accomodanti per l’Italia. La mancanza di un forte compratore come la BCE genererebbe molti problemi, chiaramente.
Chi detiene fondi obbligazionari di questa tipologia, li porti a scadenza. Chi venisse contattato dalle banche per il piazzamento di questi prodotti, faccia attenzione. I fondi comuni, per tipologia, NON possono essere garantiti, come invece molte banche affermano essere. Quindi, vagliare molto bene le proposte che si vanno a ricevere, eventualmente, soprattutto riguardo ai costi, che incidono parecchio su rendimenti già bassi.
No. Come detto prima, molta attenzione a ciò che viene proposto, a qualunque livello, diffidando di “prodotti sicuri”, che non esistono.
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