Sui mercati sono piovuti due grossi regali dal cielo in questi ultimi tempi. Il primo grande regalo è la tregua commerciale che si è riaperta tra Stati Uniti e Cina, è più che di tregua commerciale è il caso di parlare di tregua strategico politica. E’ una tregua, non è una pace; il conflitto tra Cina e Stati Uniti ha radici profonde, che sono state scoperte e valorizzate negli ultimi mesi, e questa questione non andrà via nei prossimi anni e nei prossimi decenni. Tuttavia il fatto di avere di nuovo la possibilità di contenere questo conflitto, di regolarlo, ritualizzarlo in incontri, accordi e patti è molto importante per il mercato, perché sgombra all’orizzonte la possibilità di conflitti continui improvvisi che si aprono su questa o quella società, com’è stato il caso di Huawei, che potrebbero sorprendere negativamente i mercati nel futuro. Ecco, questo per un po’ di tempo non lo avremo, e avremo anzi trattative che probabilmente si concluderanno in un accordo che solo due-tre settimane fa sembrava impossibile da raggiungere, e non solo quest’anno, ma ormai mai più.
Il secondo fattore positivo è la crescente percezione di un atteggiamento nuovo da parte delle banche centrali, in particolare della banca centrale americana, la Fed, che secondo i programmi che ancora dominavano il suo orizzonte fino alla fine dell’anno scorso, quest’anno avrebbe dovuto alzare i tassi di almeno 50 punti base, e che prima ha annunciato che non li alzerà, e ora sta cominciando a fare capire che li abbasserà, e questi tagli, che inizialmente erano pensati, ipotizzati dai mercati in un numero relativamente contenuto, 1-2 tagli, 50 basis points massimo, ora cominciano a profilarsi ancora più corposi, e arrivano in molte ipotesi fino a un punto intero percentuale. Questo cambierebbe completamente il panorama di quest’anno. Sappiamo che sia le azioni sia le obbligazioni si prezzano alla fine sui tassi che le banche centrali determinano, e quindi essere passati da un’ipotesi di rialzo di 50 basis point a un’ipotesi di ribasso di di 100 basis point è in queste circostanze un cambiamento enorme.
Naturalmente la manna che cade dal cielo non è completamente gratis, ha un suo prezzo, e questo prezzo è il fatto che l’economia globale continua a rallentare. All’inizio questo fenomeno era visibile in Asia, e lo potevamo attribuire alle sanzioni americane, ai dazi introdotti da Trump. Ha coinvolto poi l’Europa, e anche qui potevamo attribuire al disordine globale, in particolare nel settore dell’auto, determinato tra le altre cose dalle politiche commerciali ed ai dazi. Adesso però questo rallentamento comincia a coinvolgere anche gli Stati Uniti, e durerà ancora qualche mese anche nelle ipotesi più favorevoli. Da qui il fatto che Trump ha cambiato atteggiamento in modo spettacolare, ed da un atteggiamento estremamente aggressivo nei confronti della Cina, mirato addirittura cambiare il suo sistema economico e politico, e in modo strategico, è passato a richieste molto più modeste che verranno molto probabilmente accolte, ma questo deriva dal fatto che Trump punta per la sua rielezione eventuale l’anno prossimo a un’economia che funziona, a una borsa che continua a registrare nuovi massimi, e quindi vedendo un economia che si indebolisce l’atteggiamento è da parte sua è cambiato in modo evidente, e d’altro canto anche le banche centrali seguono la stessa linea di ragionamento. A fronte di un’economia che dà segni di rallentamento, non ha più senso ipotizzare ancora altri rialzi dei tassi, soprattutto per il fatto che l’inflazione, e ancora di più le aspettative di inflazione, non danno segni preoccupanti in nessun modo. Da qui il fatto che le banche centrali, tutte ormai, stanno adottando un atteggiamento sempre più conciliante ed espansivo e questo sicuramente sosterrà i mercati.
Quindi dobbiamo avere nel complesso, come sintesi, un atteggiamento equilibrato, festeggiare la tregua commerciale e l’apertura di nuovo di un dialogo, festeggiare i ribassi dei tassi che sono decisivi per la valorizzazione di tutti gli asset azionari e obbligazionari, ma anche tenere presente che l’economia va a una velocità debole e deludente, e che i profitti saranno un po’ sotto pressione. Quindi questo significa mercati bene impostati, ma un upside relativamente limitato. La buona notizia è che il downside a questo punto è molto contenuto. La notizia relativamente meno buona è che l’upside, cioè il potenziale di rialzo, per quanto esistente, per quanto significativo, non sarà spettacolare.
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