Pio Benetti, CIO – Discretionary Portfolio Management di Kairos, commenta l’attuale situazione dei mercati. Non è più il 2017. Ci vuole maggior prudenza?
Sicuramente è un valore simbolico. Cifra tonda e numero importante per gli analisti tecnici. Si tratta duna presa di consapevolezza, da parte dei mercati, di una crescita robusta ed un’inflazione che, come è giusto che sia, rialza un po’ la testa. Se si tenesse in conto solo la teoria, si dovrebbe essere addirittura su livelli più elevati in America. Crescita economica a 2,9% ed inflazione a 1,4% dicono che il 3% del decennale sia anche abbastanza conservativo. Sembra quasi che i mercati non credano del tutto alla sostenibilità di questi numeri economici. Allo stesso modo, ed anche questo è curioso, il mercato non crede alle previsioni della FED sul rialzo dei tassi.
Coinvitati di pietra a questo “banchetto” sono le altre banche centrali ancora attive sulle iniezioni di liquidità, quindi chiaramente la BCE e la BoJ. La loro attività contribuisce chiaramente a rendere i rendimenti ancora un po’ più compressi di quanto dovrebbero essere.
Inflazione e bond governativi in salita pesano sugli asset rischiosi in generale, ed in particolare su quello azionario. Si sono avuti, ovviamente, compressioni sul rapporto P/E. In America si è passati da 23 ad inizio anno ai 20 di oggi. Si tratta di un chiaro esempio di derating, cioè lo sconto anticipato dei mercati azionari di uno scenario a loro meno favorevole. L’economia reale, tra l’altro, sottrae risorse al mercato finanziario; ciò vuol dire che la prima va bene, ma a scapito del secondo.
Un aspetto fondamentale di gestione oggi , e conseguente percentuale di portafoglio, è legato al relative value. Quindi, scommesse sulla richiusura di spread molto ampi sia sugli attivi finanziari in generale (le macro asset class), sia sui titoli singoli.
Le grandi iniezioni di liquidità e l’indicizzazione del trading algoritmico, hanno creato, e continuano a farlo, spazi molto ampi che prima o poi i mercati finanziari andranno a chiudere.
Questo è il focus essenziale del portafoglio. Per quanto concerne il rischio nel complesso, si consiglia di abbassarlo un po’; siamo comunque in una situazione di ciclo abbastanza maturo, sia economico che, soprattutto, finanziario. Anche il ritorno prepotente della volatilità ad inizio anno induce a tenere portafogli un po’ meno espansi al rischio rispetto al passato, anche recente.
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