Mercati finanziari. Crescita e riforme spingono i bond emergenti | Morningstar Italy

Secondo Ooi Boon Peng (Eastspring Investments) gli investitori dovranno aspettarsi una maggiore volatilità sui mercati obbligazionari dei paesi in via di sviluppo nei prossimi anni; ma solidi fondamentali economici e cambiamenti strutturali sono sinonimo di grandi opportunità, come nel caso dell’India.

Nell’ultimo anno, i fondi obbligazionari emergenti hanno segnato circa 56 miliardi di euro di flussi netti in Europa (contando sia i fondi in valuta forte che quelli in valuta locale (dati al 28 febbraio 2018). Questa tendenza positiva continuerà? E perché?

C’è una visione positiva del mercato obbligazionario dei paesi emergenti. Detto questo, si ha la consapevolezza che ci siano alcuni fattori che potrebbero causare della volatilità sui mercati emergenti nei prossimi anni. Innanzitutto, il tapering delle banche centrali si farà sentire con più forza; poi c’è Trump e la sua retorica protezionistica, il che causa un sentimento negativo sul mercato. Inoltre, si vede che, in generale, le valutazioni dei mercati azionari sono abbastanza care. Tutti questi fattori fanno predire della volatilità.

Tuttavia, si raccomanda agli investitori di acquistare obbligazioni emergenti, in valute forte o locale; questo perché i fondamentali di crescita economica sottostanti sono robusti. L’inflazione è generalmente contenuta, a causa soprattutto della bassa crescita dei salari, sotto controllo in particolare negli Usa.

C’è anche una crescita economica sincronizzata, spinta dalle spese in conto capitale. Quindi, si pensa che questi fattori, tra cui la forza della crescita globale, e la Fed che alzerà i tassi in maniera più graduale, siano positivi per i mercati emergenti.

La Cina è ormai il terzo mercato obbligazionario più grande al mondo dopo Stati Uniti e Giappone. Molti investitori sono però preoccupati per la situazione debitoria del paese. Ci sono più opportunità o più rischi in Cina?

Come società, sono sempre stati positivi sul debito cinese, sia in valuta forte che locale, in termini di rendimenti nel tempo. E credono che la Cina continuerà a fare bene. Quello che preoccupa in Cina è il livello del debito societario, ma pensano che il governo cinese sia assolutamente conscio del problema. Gli ultimi due Congressi del Popolo hanno identificato la stabilizzazione del debito e della leva finanziaria come priorità, e la cosa si riflette anche nel fatto che la crescita dei prestiti si è stabilizzata.

E in un momento in cui l’economia sta crescendo fortemente, questo aiuta ad assicurarsi che i default restino sotto controllo e che i prestiti erogati siano regolati, e che possano spingere la crescita. Quindi, in questo senso sono ottimisti e riconoscono lo sforzo delle autorità sul livello del debito.

Infine, a parte la Cina naturalmente, dove sono in questo momento le migliori opportunità nell’universo del debito emergente?

Si cercano posti dove ci siano riforme. La Cina è uno di questi, l’Indonesia anche. Un paese che ha chiaramente seguito un percorso di riforme in questi anni è l’India, dove hanno anche introdotto la demonetizzazione dell’economia per far emergere una buona parte dell’economia informale. L’India ha anche gradualmente aperto il proprio mercato obbligazionario; attualmente fino al 5% del mercato obbligazionario può essere detenuto da investitori stranieri e alzeranno questo livello al 6% e poi oltre.

Credono che sia un’opportunità perché si tratta di un’economia che sta cambiando grazie alle riforme; i rendimenti sono assolutamente interessanti al 7,5%. E anche l’inflazione al 4,3% è considerata benigna dalla banca centrale indiana. Quindi, per queste ragioni si crede che l’India sia la prossima opportunità.

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