Mercati. Aggiornamenti di Gennaio 2018 | Moneyfarm

È tornata la volatilità sui mercati azionari, mentre in Italia si avvicinano le elezioni politiche.
Ecco il punto sui più recenti avvenimenti economico-finanziari con Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm.

A gennaio abbiamo assistito al ritorno della volatilità sui mercati finanziari

Inizio di anno relativamente mosso, sicuramente più di quanto sia stato il 2017. Tutti i mercati azionari hanno iniziato l’anno con l’acceleratore, con performance molto positive. Questo fatto ha spinto molti operatori a rivedere le prospettive per il 2018. I Mercati Emergenti, per esempio, nelle prime tre settimane avevano fatto il 10%, contro un rendimento atteso nell’intero 2018 dell’8%.

Inevitabilmente, dopo queste performance, sono arrivati i primi ritracciamenti, con molti operatori che hanno preso profitto. Chiaramente, la cosa ha generato perdite per l’azionario.

Due le tematiche che hanno colpito il sell-off azionario. E rimarranno importanti nel 2018.

  1. La correlazione positiva tra bond ed equity, con entrambe le asset class che hanno perso;
  2. Volatilità in crescita, con il VIX cresciuto a febbraio, finora, più di quanto non abbia fatto in tutto il 2017.

La visione sull’azionario è cambiata dopo i movimenti di gennaio?

I listini erano volatili mentre le principali società mondiali riportavano i risultati del 2017. Il trend è confermato. In termini di utili che di fatturato le società riportano risultati superiori alle attese; e lo fanno sia in termini di crescita che di valore assoluto. Ciò tranquillizza sul quadro fondamentale sottostante all’azionario. Le valutazioni sono molto alte e la crescita degli utili è ciò che possa spiegare queste valutazioni elevate.

Certamente, nel primo mese dell’anno abbiamo avuto diversi saliscendi. Essi rappresentano, però, un mercato azionario normale. Per la volatilità, invece, si è assistito più ad un’eccezione che alla regola; dovremo abituarci, in questo caso, a movimenti un po’ più marcati. Pochi giorni non bastano a cambiare un quadro fondamentale solido sia dal punto di vista economico, societario e politico.

Si avvicinano le elezioni politiche. I risparmiatori devono essere preoccupati?

Manca meno di un mese. Sembra però che la campagna elettorale non stia scaldando né il cuore degli elettori né quello degli investitori. Sull’asset class più a rischio per questi eventi, l’obbligazionario, gli effetti tardano a farsi sentire. Lo spread BTP-Bund è infatti ai minimi dal 2016. Ciò significa disattenzione e/o noncuranza del mercato relativamente all’evento, almeno per adesso.

Due sono gli scenari più probabili.

  1. Governo di larghe intese;
  2. Governo provvisorio per traghettare il Paese a nuove elezioni entro fine anno;

Non c’è eccessiva preoccupazione in nessuno dei due casi. Infatti, in Europa, negli ultimi anni, c’è stata parecchia frammentazione politica. I mercati, ormai, sembrano abituati.

In Italia, governi anche di transizione hanno goduto di piena agibilità politica. Ed hanno potuto così garantire continuità di azione governativa ed amministrazione dello stato.

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