Una donna guadagna circa 80 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo. 20 centesimi di differenza sono parecchi. Cosa succederebbe all’economia se il divario retributivo di genere fosse chiuso? Lo spiega Elizabeth Schulze della CNBC.
Il movimento #MeToo ha posto la disuguaglianza di genere al centro dell’attenzione, da Londra a Hollywood. Molta di questa disuguaglianza proviene dalla differenza di stipendi. Il divario retributivo di genere è la differenza nel guadagno medio tra un uomo ed una donna. Se questo è del 20%, per esempio, abbiamo la differenza sopra riportata.
Essa differisce a giro per il mondo. Le disuguaglianze più grosse si hanno in Corea del Sud, Giappone e Estonia. Le minori si trovano in Costa Rica, Lussemburgo e Grecia.
Ci sono un sacco di motivazioni. Si prova a spiegarle con due personaggi fittizi in Gran Bretagna, Sally e James.
Diciamo che entrambi inizino a lavorare a tempo pieno alla stessa età. Ricerche fatte dal governo britannico dicono che è probabile che Sally faccia l’assistente, la commessa, lavori nel settore alberghiero, in quello dei servizi o faccia la segretaria o altro lavoro amministrativo. James, invece, è più probabile che faccia lavori che richiedono una maggiore specializzazione. Quindi, lavora in processi specifici in una fabbrica o manovrando macchine particolari. Queste differenze occupazionali sono già causa di una grossa parte della disuguaglianza a livello di paga.
Ma c’è anche un altro importante fattore. La maternità. Anche se Sally e James iniziano guadagnando la stessa cifra, la disuguaglianza di paga si amplierà quando saranno trentenni e quarantenni. A causa della maternità, Sally potrà smettere di lavorare o lavorare a tempo parziale. Questo, per poter gestire la propria nuova famiglia, naturalmente. Quando tornerà al lavoro, quest’interruzione causerà una diminuzione di paga rispetto ai propri colleghi maschi.
C’è anche da tenere in considerazione, purtroppo, che donne come Sally costituiscono il 75% del lavoro mondiale non retribuito, tipo quello del tenere una casa in ordine. Anche prendendo in considerazione le differenze di occupazioni e di ore lavorate, il governo britannico ha scoperto che il 64% della disuguaglianza di paga non può essere spiegato. Alcuni vedono questa cosa come un evidente discriminazione sul posto di lavoro.
Indipendentemente dalle cause della disuguaglianza di retribuzione, molti esperti concordano su una cosa: eliminarle avrebbe grossi benefici sull’economia.
Uno studio ha scoperto che una paga uguale ridurrebbe il tasso di povertà della donne della metà. E produrrebbe un reddito addizionale di circa 512 miliardi di dollari per l’economia americana. Un altro rapporto ha scoperto che se le donne nei mercati emergenti venissero pagate come gli uomini, guadagnerebbero 2 trilioni di dollari in più; il tutto equivarrebbe ad un aumento di paga del 18%.
Inoltre, ci sono benefici economici solo nel semplice fatto di far lavorare più donne. Nel 2017, poco meno della metà delle donne in età lavorativa aveva effettivamente un lavoro. Per gli uomini, la stessa percentuale è del 75%. Se lo stesso numero di donne lavorasse, il FMI ha stimato che il PIL crescerebbe del 5% in America, dal 9% in Giappone, del 12% negli Emirati Arabi, e del 27% in India.
Sempre il FMI ha scoperto che se più donne occupassero posti nei consigli di amministrazione, i guadagni netti dell’azienda ne avrebbero un grosso beneficio.
Alcune nazioni non hanno ignorato questi numeri. Nel 2017, il Regno Unito ha obbligato le società con più di 250 dipendenti a riferire di disuguaglianze di paga sul posto di lavoro. L’Islanda ha emanato una legge, la prima del suo tipo, per cui le società sono obbligate, per legge, a eliminare i divari retributivi di genere.
Alcune società stanno creando politiche più flessibili per donne che vogliono lavorare a tempo pieno, e allo stesso tempo volere un figlio. Tali politiche consentono inoltre agli uomini di avere tempo per la paternità. Agenzie come la Nazioni Unite promuovono una maggiore educazione e addestramento per portare più donne nel mondo del lavoro.
Questi sforzi si stanno muovendo nella giusta direzione, ma alcune ricerche mostrano che ci vorranno lo stesso 100 anni per chiudere il divario retributivo di genere globale. E per molte persone non è solo una questione femminile, ma una questione economica.
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