Il punto sui mercati di Settembre 2019 | Arca Fondi SGR

Agosto decisamente impegnativo per chi opera sui mercati finanziari. I mercati azionari hanno vissuto giornate particolarmente volatili, con i tassi d’interesse che hanno fatto segnare nuovi minimi storici e i mercati che si sono mossi in risposta ad una serie di dati e notizie tra cui l’annuncio di nuove tariffe americane nei confronti dei prodotti cinesi e dati di crescita negativi, ma non inattesi, in Germania. In questo scenario ricco d’incognite in continua evoluzione, strategie e strumenti analitici sofisticati diventano essenziali per permettere una diversificazione efficace. Il punto sui mercati è a cura di Alberto Zorzi, Vice Direttore Generale Direzione Investimenti

Ben ritrovati all’appuntamento con il punto sui mercati. Mercati azionari negativi in agosto, scendono tutti i principali listini, con l’indice mondiale in ribasso di quasi due punti percentuali. Sul mercato del reddito fisso c’è stata una forte riduzione dei rendimenti dei titoli governativi, che ha generato performance positive di quasi due punti e mezzo per l’indice globale e quello di eurozona. Analizziamo più in dettaglio queste dinamiche.

Agosto è stato un mese decisamente impegnativo per chi opera sui mercati finanziari. I mercati azionari hanno vissuto giornate particolarmente volatili, almeno per gli standard più recenti. E’ significativo che i tre maggiori ribassi del 2019 osservati a Wall Street sono avvenuti proprio nel mese d’agosto. I tassi d’interesse a 10 anni dei titoli governativi hanno fatto segnare nuovi minimi storici, o sono ormai prossimi a farlo. A livello globale, aumentato a oltre 16 mila miliardi di dollari il controvalore dei titoli obbligazionari che offrono rendimenti negativi. Sono segnali importanti che vanno analizzati con attenzione. Cosa spinge tanti investitori ad accettare con matematica certezza perdite significative del proprio capitale? I mercati si sono mossi in risposta a una serie di dati e notizie. Tra questi troviamo l’ennesimo annuncio di nuove tariffe americane nei confronti dei prodotti cinesi, e dati di crescita negativi, ma non inattesi, in Germania, la locomotiva d’Europa. Poi c’è il tema Brexit, che con la nuova leadership britannica sembra farsi ancora più intricato. In un quadro compromesso da questi fattori, finiscono con infittire la lista dei punti di domanda anche eventi più circoscritti, quali le nuove difficoltà dell’Argentina, o la crisi politica italiana.

L’incertezza non complica la vita solo agli investitori. anche tra chi ha il compito di sostenere l’economia ci sono opinioni discordanti nell’interpretare il contesto nel quale ci muoviano, e quindi le misure da prendere. Le minute dell’ultimo meeting della Fed descrivono un FOMC tutt’altro che unanime nella scelta di abbassare i tassi di interesse. Le aspettative implicite nei prezzi di mercato, e più in generale il dibattito in tema di politica economica, lasciano intravedere banche centrali e governi molto presenti nello stimolo dell’economia. Tra pochi giorni la Banca Centrale Europea potrebbe annunciare un corposo pacchetto di misure, e nei nuovi assetti dell’Unione Europea sembrano aprirsi spazi per una politica fiscale più accomodante. In realtà lo scenario per i prossimi mesi è ricco di incognite in continua evoluzione.

Ad esempio, il rallentamento tedesco potrà essere più o meno prolungato a seconda di quanto le guerre tariffarie influiscono sul commercio mondiale, nonché a seconda delle modalità di uscita del Regno Unito dal mercato comune europeo. Difficile stabilire oggi quale sarà la risposta del governo tedesco. E’ quindi probabile che da qui a fine anno rivivremo giornate particolarmente volatili, come le abbiamo vissute in agosto. Consideriamo che la relativa sicurezza fornita da un titolo tedesco a breve termine, due o tre anni, oggi costa al sottoscrittore quasi un punto percentuale del proprio capitale ogni anno. Sottolineiamo il fatto che costa, non rende. Siamo nel mondo dei tassi negativi.

Le obbligazioni societarie di pari scadenza, e con merito di credito elevato, mediamente coprono a malapena gli oneri di negoziazione, e nei casi più virtuosi offrono rendimenti sotto lo zero. La gestione di portafogli diventa quindi sempre più complessa, e richiede strategie e strumenti analitici sofisticati, strumenti che permettono cioè una diversificazione efficace, non solo apparente, cioè non solo basata su un gran numero di strumenti, che però seguono logiche simili. Ci attendono sfide importanti e dovremo abituarci alla volatilità, se non vogliamo andare a ingrossare ancora di più lo stock di titoli che con matematica certezza riducono il patrimonio degli investitori.

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