Mercati Giugno 2018. Un mese ad alta volatilità in un contesto ancora favorevole | Arca Fondi SGR

Il Punto sui mercati è a cura di Alberto Zorzi VDG e Responsabile Direzione Investimenti di Arca Fondi SGR.

Un mese di alta volatilità

A maggio i mercati azionari globali sono saliti dell’1.4%. Sale Wall Street, mentre mostrano risultati negativi gli altri indici, in particolare Milano, sul quale ci si soffermerà a breve, per un approfondimento sull’Italia.

Nei mercati obbligazionari è di poco sopra lo zero la performance dell’indice globale, mentre è negativa quella dell’indice di eurozona e quelle degli indici dei mercati emergenti e dei titoli non governativi.
Sul mercato dei cambi, l’euro si è sensibilmente indebolito nei confronti di dollaro e yen.

Il ritorno dello spread

Improvvisamente è tornato d’attualità il tema di una eventuale uscita dell’Italia dall’eurozona. Quindi, è tornato di moda anche il famigerato spread, ovvero il differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi. Un evento come quello accennato, oggi più una minaccia che un progetto, non avrebbe precedenti storici; difficilmente è calcolabile un premio per questo tipo di rischio. Le valutazioni dei titoli hanno quindi oscillato violentemente, non solo da un giorno all’altro, ma anche all’interno della stessa seduta.

Certi timori irrompono repentinamente, ma non vengono dissipati velocemente. Probabili toni più accesi con i partner europei, a seguito della formazione dell’attuale governo, e stante quanto appena descritto. Ciò sicuramente avverrà quando saranno da affrontare passaggi delicati come l’unione bancaria, la fine del QE, la Brexit e la sostituzione del presidente della BCE.

La volatilità potrà attenuarsi, ma è destinata a restare. Non va dimenticato che, al di là degli scenari ipotetici, il debito pubblico italiano è particolarmente elevato. La prospettiva di una politica fiscale che lo aumenti ancora verrà severamente vagliata dagli investitori.

Contesto macroeconomico ancora favorevole

Non bisogna, comunque, farsi prendere dall’emotività. Molti fattori rimangono favorevoli, sia a livello globale che nostrano. Rispetto al 2011, l’Italia ha parecchio consolidato i conti pubblici ed il sistema bancario. Non si vedono, poi, segnali di contagio. L’allargamento degli spread non ha giovato alla periferia europea, ma i problemi sono rimasti circoscritti all’Italia.

I benefici della diversificazione

Altro aspetto su cui soffermarsi è proprio questo. Un investimento, alla fine dello scorso anno, in un BTP decennale, comparato con una nel FTSE MIB ed uno nel FTSE STAR, avrebbe evidenziato una maggiore volatilità nel titolo governativo rispetto ad un portafoglio di azioni.

Questa osservazione corrobora quanto osservato circa la mancanza di contagio; da un altro lato, dovrebbe stimolare gli investitori ad approfondire i benefici della diversificazione e, in quest’ambito, le opportunità offerte dai PIR.

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