Mercati emergenti. Lo scenario a fine maggio | Ersel

Intervista a Andrea Nocifora, team gestioni patrimoniali Ersel, sullo scenario dei mercati emergenti.

Introduzione

La recente fase di debolezza sui mercati si è prima verificata sulle asset class legate al credito ed agli spread, soprattutto nei mercati emergenti. E’ inizialmente partita da casi di vulnerabilità singoli, come Argentina e Turchia.

Negli ultimi giorni, anche a causa della crisi politica in Italia, la situazione è peggiorata. La motivazione è legata al peso sistemico ben più rilevante della Grecia all’interno dell’economia europea che l’Italia riveste; Chiaramente, la stessa cosa vale anche a livello globale.

Cosa fare

Rimanendo più distaccati e razionali, lo scenario macro e micro è ancora solido e di supporto. Questo soprattutto dal lato americano, e soprattutto sul lato azionario.

Nei portafogli si consiglia un approccio fortemente legato alla diversificazione internazionale, adesso ancor più necessaria. Sovrappeso geografico verso l’area americana ed i paesi emergenti asiatici. Qui da tempo i fondamentali sono migliori, sia bel breve che nel medio periodo. Soprattutto c’è una buona protezione nel caso di un peggioramento della situazione politica italiana e, di conseguenza, europea.

Perché questo sovrappeso? Ha più a che fare con gli utili e meno con la macroeconomia. Infatti, contrariamente alle convinzioni comuni, la correlazione tra la crescita del PIL e la performance delle azioni dei mercati emergenti è vicina allo zero. Dall’altra parte, il rapporto tra utili e corsi azionari è molto più strettamente correlato. D’altronde, gli investitori azionari investono in società, non in Paesi. E al momento, le l’outlook per le aziende del mondo in via di sviluppo è solido, con un aumento atteso del 30% per questo ed il prossimo anno.

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