Inizia l’epoca del tapering, l’economia Usa vola e il dollaro è in ripresa. Facciamo il punto sui principali avvenimenti dei mercati finanziari con Roberto Rossignoli, Portfolio Manager Moneyfarm.
In una struttura complessa come l’Unione Europea, il rischio politico è un fattore da tenere in considerazione. In questo momento lo vediamo declinarsi in movimenti euroscettici da un lato, come in Austria, in Germania e Repubblica Ceca. Dall’altro, in movimenti indipendentisti come quello catalano che, seppur fortemente europeisti, stanno mettendo in discussione un concetto secolare. Quale? Quello di Stato.
I mercati, per ora, non sembrano stimare un ritorno all’incertezza politica; la volatilità rimane storicamente bassa. Quanto visto negli ultimi anni ha probabilmente spostato più in là l’asticella del tollerabile, alterando il concetto stesso di percezione del rischio.
I fondamentali, d’altro canto, rimangono buoni. Per la prima volta dal 2010, per esempio, gli utili societari sono stati visti costantemente al rialzo, dando quindi un segnale positivo.
Nel terzo trimestre, i dati preliminari sul PIL USA parlano di una crescita economica del 3%. Si tratta di un dato superiore alle aspettative, che erano per il 2,6%. Nonostante gli uragani di agosto e settembre, investimenti esteri ed esportazioni hanno trainato l’economia americana.
Il dato è solo l’ultimo di una serie di conferme positive, che hanno rilanciato l’agenda politica di Trump. Se nel quadro includiamo anche una stagione di trimestrali estremamente soddisfacente, con utili cresciuti del 6% anno su anno e l’80% delle società che hanno superato le attese, i listini USA hanno motivo di festeggiare.
Il dollaro si è quindi ripreso nell’ultimo mese dando respiro ai portafogli diversificati. Questo conferma la visione che i movimenti valutari raramente impattano sui propri investimenti di lungo periodo. Nel breve termine, tuttavia, possono aggiungere volatilità indesiderata.
Nell’ultimo meeting, la BCE ha deciso di allungare l’acquisto di titoli di stato, riducendo però l’ammontare mensile. Si passa da 60 a 30 miliardi di euro al mese.
A parte il dato in sé, colpisce la strategia comunicativa. La BCE ha infatti trasformato in un successo un potenziale snodo critico. I mercati hanno brindato, e le prospettive di medio termine si sono confermate positive. La BCE è ancora al servizio dell’economia ed è pronta, con una flessibilità molto ampia, a fronteggiare qualsiasi mutamento del contesto finanziario.
I tassi governativi sono tornati a scendere dando respiro anche alla componete obbligazionaria dei portafogli.
Restiamo comunque in una fase di transizione, con tassi governativi bassi e valutazioni alte. I fondamentali economici sono però positivi ed in miglioramento. Gli ultimi eventi hanno riallineato i portafogli con le prospettive di inizio anno.
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