Intervista a Carlo Bodo, Responsabile Team Obbligazionario Ersel, in merito alla stabilità sui tassi e la volatilità sul credito nel mercato delle obbligazioni.
Nell’ultimo mese le curve governative USA ed europea si sono mosse leggermente al ribasso. C’è stato quindi un sostanziale appiattimento delle curve, soprattutto tra 2 e 10 anni, da entrambe le sponde dell’Atlantico. Il 10 anni si è mosso di 10-15 centesimi verso il basso. Negli USA abbiamo avuto un ulteriore appiattimento, tipicamente dovuto ai rialzi dei tassi della FED. In Europa la situazione è decisamente diversa, visto che la BCE è ancora in fase decisamente espansiva, e la curva è ancora lungi dall’appiattirsi.
A fine ottobre la BCE ha comunicato che sarà molto mite e cauta nel ridurre la sua politica espansiva. Sostanzialmente, ha detto che nel 2018, a partire dal gennaio 2018 si passerà da 60 a 30 miliardi di acquisti complessivi di titoli. Questa decisione riguarderà 9 mesi nel corso del 2018. Così facendo, la BCE ha stabilizzato le attese del mercato riguardo alla politica monetaria per molti mesi.
Il mercato, quindi, può adesso tranquillamente ragionare almeno su altri 270 miliardi di acquisti da parte della BCE. Ci potremo perciò ritrovare, alla fine di settembre, con la BCE che detiene circa 1/3 di tutto il debito governativo europeo. Questa è chiaramente una situazione decisamente tranquillizzante per il mercato. Altrettanto ovviamente, la volatilità sui tassi è crollata.
Per quanto riguarda il credito, abbiamo assistito ad una volatilità superiore alla media dell’ultimo periodo. I motivi sono stati la riforma fiscale negli States, ed alcune incertezze su nomi specifici in Europa. Quest’ultimo fenomeno è tipico del credito all’inizio di una correzione; la somma di questi può, a volte, anche portare a qualcosa di più sistemico.
In Europa l’incertezza si è concentrata sul nome di Astaldi, nota impresa di costruzioni. In questo caso ha destato preoccupazione il fatto che stia trovando difficoltà a reperire credito per gestire la leva molto alta con cui lavora. Il pericolo riguarda, più che altro, la sua forte esposizione ai paesi emergenti, soprattutto Venezuela e Turchia.
Molta volatilità c’è stata anche sul settore delle telecomunicazioni. In particolare, Altice ha visto parecchia difficoltà nel vendere i propri asset. Ha infatti comunicato al mercato che sarebbe intenzionata a vendere la parte riguardante le torri di telecomunicazioni per far scendere il livello di indebitamento.
Anche i retailers britannici hanno destato preoccupazione dopo il “sales warning” di Marks & Spencer, con risultati deludenti sul piano creditizio.
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