Investire nel 2018. Sì, ma dove? | Q Consulenze Finanziarie

Tutti vogliono investire, soprattutto in un periodo come questo, dove le cose sembrano andare abbastanza bene. Quindi, dove investire? Prova a spiegarlo Q Consulenze Finanziare, con il suo titolare Massimo Guerrieri.

Quali scenari si prospettano nel 2018? Soprattutto dal punto di vista dei risparmiatori

Le prospettive economiche sono positive. C’è una ripresa, anche se leggera, per i volumi del PIL. Per avere questa ripresa, però, in questi anni sono stati stampati centinaia di miliardi di euro, in Europa. Si sono generate, quindi, tutta una serie di contraddizioni. Gli investitori, di conseguenza, devono fare molta attenzione.

Investire in obbligazioni non sembra più particolarmente convenite. Qual’è la situazione?

Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, i risparmiatori italiani tengono “sotto il materasso” o sul conto corrente la bellezza di 1.329 miliardi di euro. Si calcola che questa propensione abbia causato una perdita, in termini di potere d’acquisto, di oltre 10 miliardi di euro.

Oltre a non essere convenienti, con i tassi ai minimi di sempre, preoccupa la molta liquidità immessa dalle banche centrali.

Per investire tutta questa liquidità è importante conoscere i possibili rischi presenti sui mercati finanziari. Non solo i mercati azionari presentano incognite circa la prosecuzione della crescita (la borsa USA è sui massimi di sempre), ma anche quelli obbligazionari, normalmente percepiti come meno rischiosi. Le politiche monetarie poste in essere dalle banche centrali mondiali hanno creato forti distorsioni. Per esempio, le obbligazioni ad alto rischio (dette anche “obbligazioni spazzatura”) in questo momento hanno lo stesso rendimento dei titoli di stato USA, più sicuri.

Non esiste quindi alcun motivo per investire su tali mercati; eppure poche settimane fa è andato “a ruba” un bond emesso da una società danese, con durata 1000 (!) anni e cedola 2.25%. Evidentemente la “fame di rendimenti” non ha più limiti, e non si tengono in alcuna considerazione i rischi che ne derivano.

La questione banche è sempre di grande attualità. Cosa si può dire per questo 2018?

Un altro elemento di attenzione è la situazione delle banche italiane. Dopo gli aumenti di capitale effettuati nel 2016 e gli interventi statali, il sistema sembra avere tirato un sospiro di sollievo. In realtà la quantità di crediti in sofferenza e di titoli “tossici” in portafoglio rimane molto elevata, per cui è necessaria la massima attenzione. Il 30% delle sofferenze è ancora rappresentato, in Europa, dall’Italia.

Non solo. Le banche, a fronte di un nuovo regolamento della BCE, sono costrette ad accantonare più risorse. Ciò vuol dire che ci saranno meno risorse per investire nell’economia. Quindi, guardia alta. Un nome su tutti: Credito Valtellinese (prossimo aumento di capitale).

Quali consigli concreti si possono dare?

Cosa fare dunque? La prima regola è di pianificare attentamente le proprie risorse, evitando di investire secondo le campagne di vendita degli intermediari. Cioè, seguendo l’onda di rendimenti passati, che potrebbero non ripetersi nel 2018.  Anzi, proprio per questo è importante analizzare i propri investimenti per valutarne i rischi e l’efficienza; quindi, monetizzare eventuali plusvalenze maturate negli ultimi anni, ripartendo con una pianificazione adeguata alle proprie esigenze.

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