Il film “La Grande Scommessa” (con Brad Pitt e un cast stellare, sui temi della finanza e della crisi del 2008), uscito nel 2015, offre interessanti spunti di natura finanziaria. Si parla di come gira l’economia, di consapevolezza finanziaria, di investimento e sul perché ognuno di noi oggi DEVE diventare un investitore (all’alba dei vari scandali Banca Etruria e affini).
Il tema del film è la crisi finanziaria del 2008 e relativi scandali. Non si tratta di un documentario come “Inside Job” ma, seguendo le vicende dei protagonisti durante la Grande Crisi, fa scaturire due riflessioni.
Il banco vince sempre. Può non guadagnare sempre ma, in finanza, vince.
Come dice una famosa frase, “chi controlla l’oro fa le regole”. È semplice e veritiero.
Test pratico. Quanto si guadagna, a seconda del lavoro che si fa? Ognuno di noi lo sa, ma mai troppo (anzi…!).
Quanto guadagna una star, una celebrity? Leonardo Di Caprio, per esempio, fa 37.000 dollari all’ora (che poi sono 880.000 al giorno, quindi 321,2 milioni di dollari all’anno).
Quanto guadagna il top hedge fund manager al mondo? Nel 2015, faceva 2,4 milioni di dollari ALL’ORA.
Senza essere comunisti, e pur concordando sul fatto che se uno ti dà un ritorno del 42% annuo quando il mercato ti dà il 3% debba essere remunerato, forse c’è qualcosa che non va. Anche perché i soldi sopra nominati sono 3,7 miliardi di dollari all’anno.
Tutto questo gioco si verifica in una grande ipocrisia di sistema e non solo in Italia. Il sistema politico, finanziario, gli organi di controllo, i media, raccontano tutti la stessa storia, la stessa favola. Cioè, che il sistema finanziario abbia a cuore gli interessi degli utenti, dei risparmiatori, dei consumatori.
Quindi, dove sono gli yacht dei clienti? Dove sono ormeggiati a Portofino? Non in mezzo a quelli dei banchieri, degli imprenditori, dei broker, degli hedge fund manager. Risposta semplice: non ci sono, ovviamente.
Diventare investitori non è più una scelta, è una necessità. Il motivo è molto semplice: non è più come un tempo.
In Italia c’erano due sicurezze: la Chiesa e la banca. Qualunque cosa succedesse, sapevano che chiese e banche avrebbero resistito.
Oggi come oggi, tutti sanno (o possono sapere) che le banche sono solo un business che cerca di fare utili. Quando esagerano, falliscono, come tanti altri. Se ti devono rifilare dei prodotti spazzatura a iper alto rischio, come i subprime (o molti altri), non ci pensano neanche un secondo a non farlo.
I cittadini sono obbligati a sapere di finanza. Sono obbligati a diventare più smart. Come si fa? Documentandosi. Non fidandosi. Non facendosi influenzare.
Quando si va in banca non ci si trova davanti ad un dottore, quanto a qualcuno che vuole vendere un aspirapolvere o un’enciclopedia. Partiamo da qui: la fiducia bisogna conquistarsela con il tempo e con i risultati.
Un libro può aprire gli occhi, Money di Tony Robbins. Può essere utile per farsi un’idea di base su come funzionino tutti i trucchi della finanza. Basta pensare alle commissioni, sempre nascoste e MAI evidenti.
E poi, quanto rende un investimento? Basta pensare alla differenza con una fee dell’1% ed una del 3%. Dopo 20 anni, per via degli interessi composti, la differenza è gigantesca.
O si prende il controllo dei nostri soldi, o qualcun altro lo prenderà per noi. Apriamo gli occhi. Guardiamo bene. Anzi, guardiamo meglio.
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