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Mercati. Cosa sta succedendo in questa primavera? | Arca SGR

I PIR irrompono in un mercato ancora a “rendimenti zero”. Il primo trimestre del 2017 si chiude in positivo per tutte le piazze finanziarie azionarie. Più vario l’andamento dei mercati obbligazionari: in Europa si registra una marginale risalita dei rendimenti a lungo termine, mentre i mercati emergenti si distinguono per una performance molto positiva. In questo contesto i PIR sono un’importante occasione per l’investitore italiano.

Il Punto sui Mercati è a cura di Alberto Zorzi, VDG e Responsabile Direzione Investimenti di Arca SGR.

Le performance del primo trimestre dei mercati

Marzo ancora positivo per i mercati azionari mondiali, che chiudono il primo trimestre con una positività di oltre il 5%. Performance simili in USA ed Europa (+, 6,1% e +5,9% rispettivamente). Positive tutte le piazze. Spiccano gli emergenti con un +7,9%.

Anche nel reddito fisso, sono gli emergenti a distinguersi per la miglior performance, con un + 3,9%. Il dato riflette una discesa di 30 basis points in questa classe di attivo. Nel trimestre si nota anche la perdita dell’1,5% dell’obbligazionario europeo. Le cause sono una marginale risalita dei rendimenti a lungo termine e l’allargamento degli spread nella periferia europea.

Strategie delle banche centrali ed impatto sui portafogli

Le riunioni delle principali banche centrali non hanno portato particolari novità.

Negli USA, la FED ha aumentato di 1/4 di punto i tassi di riferimento, i fed funds. Il mercato era già posizionato per un rialzo prima dell’estate. La sequenza di dati macro positivi ha indotto gli operatori a ricalibrare le aspettative su marzo; così è stato. L’aumento è stato recepito senza problemi.

Non cambia il percorso previsto sui tassi a breve; viene confermato un rassicurante messaggio di gradualità. Ci aspettano probabilmente altri due rialzi nel corso di quest’anno. Il target di medio periodo è invariato al 3%.

È importante ricordare che la FED non ha iniziato un ciclo di rialzi per raffreddare un’economia surriscaldata; più semplicemente, vede dei dati macro che consentono una graduale uscita dalle politiche eccezionali seguite dal 2008 ad oggi.

In Europa, la BCE ha confermato tutte le misure attualmente esistenti. Tassi negativi sulle riserve bancarie, acquisto di titoli sul mercato a 60 miliardi al mese. Questi sono in discesa da 80 miliardi, e si inizierà ad aprile.

Al contempo, la BCE ha segnalato come siano svaniti i rischi di deflazione. Le economie europee stanno crescendo in modo omogeneo come non avveniva da tempo. L’operazione di rifinaziamento del 23 marzo scorso (LTRO) è stata l’ultima di questo genere. Quindi è stato un segnale di normalizzazione; quest’ultima sarà ancora lunga, è bene ricordarlo sempre. Ne è prova, appunto, il fatto che il rendimento dei titoli italiani a 2 anni è ancora negativo.

Alla luce degli ultimi dati sull’inflazione, all’interno della BCE cresce il dibattito sul “se” e “come” mantenere condizioni accomodanti. L’inflazione “core”, quella senza componenti erratiche, rimane stabile, e lo fa anche quella implicita.

La Bank of Japan ha confermato un obiettivo di rendimento sui titoli di stato allo 0%. Ciò vale a dire un rendimento nullo per investire a 10 anni.

Una nuova opportunità di investimento: i PIR

Non cambia il contesto, e non cambia quindi il messaggio. Consapevolezza di ritorni attesi sui propri risparmi contenuti; importanza di calibrare i propri investimenti in base al proprio orizzonte temporale scegliendo portafogli diversificati con componenti significativi di titoli non governativi.

E’ dunque importante saper cogliere le opportunità poste dalle novità normative. In questo senso, i PIR rappresentano una importante occasione per l’investitore italiano.

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