Mercati. Quadro macro ed elezioni, le ragioni del miglioramento | Anima SGR

Il quadro macro e le elezioni sono stati il tema della videochat ANIMA del 29 marzo 2017. Ospiti, Fabio DePonti, Davide Di Chio e Stefano Lelli.

Mercati ottimisti dall’inizio dell’anno. Sono ancora sostenuti dalle aspettative sulle politiche fiscali di Trump. Dati macro nel complesso buoni. Effetto Trump, comunque, in leggero rallentamento.

Quali potrebbero essere i risvolti sui mercati della mancata cancellazione dell’Obamacare?

L’intonazione dei mercati è decisamente positiva almeno dalla vittoria di Trump. Movimento laterale di breve; le ragioni per rimanere costruttivi rimangono intatte.

Mercati positivi essenzialmente per tre motivi.

  1. Contesto macroeconomico. Continuano le sorprese positive. Buona sincronizzazione tra le varie aree geografiche. Ciò si riflette anche sugli utili aziendali.
  2. Politiche monetarie ancora accomodanti.
  3. Il rischio politico appare sotto controllo, senza particolari ragioni di preoccupazione.

Parlando in particolare degli USA, il ciclo è avanzato. Le aspettative per il 2017 sono del 2,2% di crescita, come la media degli ultimi 7 anni. Ancora spazi di estensione temporale per due ragioni.

  1. Assenza di evidenti squilibri finanziari
  2. Politica fiscale di Trump in arrivo.

4 mesi sono trascorsi dalla vittoria alle elezioni del tycoon. Essendosi i mercati mossi soprattutto per le aspettative di politica fiscale, adesso si aspettano qualche fatto.

La bocciatura del “repeal and replace” per l’Obamacare potrebbe avere delle ripercussioni anche di politica fiscale. Perché? Trump non può permettersi di fallire di nuovo. Non può non portare a casa la riforma fiscale. Di conseguenza, la riforma potrebbe essere meno aggressiva di quanto annunciato in campagna elettorale. Difficile fare previsioni, ovviamente, ma l’eventualità di un compromesso al ribasso, visto quanto detto prima, è molto presente.

Non ci sono necessariamente implicazioni negative in questo. Una riforma fiscale meno aggressiva con una economia molto matura mette al riparo da eventuali azioni correttive della FED.

Quali scelte tattiche a livello di portafogli globali?

Bene che i portafogli siano ancora esposti al tema della reflazione. Abbassare un po’ il beta, ma ancora sovraesposizione ai ciclici, in particolare ai finanziari. Si suggerisce di girare un po’ di finanziari americani in europei vista la situazione del dollaro, e le attese per le mosse della BCE.

Ancora positivi sul Giappone, pur abbassando l’esposizione, anche se il rafforzamento dello yen non aiuta. Sovraesposizione agli emergenti, dove c’è resilienza dei trend. Preferenza per India e Hong Kong.

Le riforme del governo Modi in India hanno alzato le aspettative degli utili, previsti ad un +15% per quest’anno. Il prossimo anno potrebbero salire addirittura al 18%. L’inflazione sembra sotto controllo. Crescita potenziale ancora elevata. Livello di urbanizzazione molto più basso che in Cina; crescita demografica ancora positiva, al contrario del Celeste Impero.

Anche in Cina gli utili sono in rialzo. Stessa cosa per i dividendi. Numero crescente di investitori orientarsi verso Hong Kong.

Cosa aspettarsi dalle elezioni politiche francesi?

Tema politico caratterizzante il 2016; continua nel 2017. In Francia, occhi puntati sulle presidenziali. La eventuale vittoria della Le Pen, con programma molto aggressivo ed antieuropeista, non è certo vista di buon occhio dai mercati.

Considerazioni da fare.

  1. Nonostante la Le Pen e Macron siano quasi appaiati intorno al 25% ciascuno, ricordiamoci che il sistema francese è maggioritario a doppio turno. Ciò significa ballottaggio al secondo turno se nessuno raggiunge il 50% al primo. In questo caso, il candidato meno estremista (Macron) è chiaramente favorito. Macron è indipendente (ex socialista), con breve storia politica alle spalle. Ciò comporta che può raccogliere i voti di chi cerca qualcosa di nuovo. Se anche la Le Pen dovesse vincere, il percorso politico per un referendum anti-euro è lungo e difficile, ed assolutamente non scontato. Non dimentichiamo che i francesi sono uno dei popoli più europeisti.
  2. Stante quanto detto, con la vittoria di Macron ci sarà un latro colpo al populismo. Ciò comporterà un progressivo riassorbimento del rischio politico che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi anni.

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