A seguito della crisi finanziaria, le banche centrali hanno acquistato trilioni di dollari di attività finanziarie – perlopiù obbligazioni – per sostenere le loro economie. Ma se questo Quantitative Easing ha fatto salire i prezzi delle attività, la fine del QE significherà una diminuzione dei loro prezzi? Dipende in gran parte da una combinazione complessa di crescita, guadagni, tassi di interesse e inflazione.
Le banche centrali di America, Europa e Giappone hanno inondato le loro economie di denaro, per un totale di 15 trilioni di dollari. E gli asset non hanno potuto fare altro che salire. Adesso che l’economia globale sembra camminare con le proprie gambe, il QE sta finendo.
E, se il QE ha fatto salire i prezzi, la sua fine li farà scendere? Probabile, ma nessuno può dirlo con certezza. Se i presupposti sono uguali, però, sì. Ed il mini crash di febbraio dei mercati lo farebbe supporre. Da allora le cose sono molto migliorate, ma la volatilità giornaliera è rimasta più elevata di prima. Qualcosa è cambiato.
Difficile dirlo, ma se i tassi d’interesse salgono, le società con ricavi bassi, ma con alte possibilità di profitti più avanti nel tempo, saranno colpite di più. Quindi, chi ha in portafoglio aziende con Netflix o Snap potrebbe voler ribilanciare la propria esposizione.
La cosa sfortunata dei mercati è che, naturalmente, nessuna cosa è mai uguale ad un’altra. Ciò che sperano le banche centrali, e chiunque altro, è che una forte crescita e ricavi in aumento possano sovrappesare la progressiva mancanza di liquidità. Ma se questa crescita porterà all’aumento degli stipendi, dell’inflazione e d al rialzo dei tassi di interesse mentre il QE sta finendo, i prezzi degli asset potrebbero cadere, e non di poco.
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