Il quadro macroeconomico di luglio | UBI Pramerica SGR

Fabrizio Fiorini, Responsabile degli Investimenti di UBI Pramerica SGR, presenta l’approfondimento sul quadro macroeconomico e sui mercati di Ubi Pramerica.

Il focus sui mercati

Come è stato detto a inizio anno, i mercati sono estremamente complessi. Per affrontarli è necessario costruire posizioni con gradualità e gestirli con fermezza e decisione senza mettere in discussione le scelte fatte.
In questa estate bisognerà cercare di tenere un ritmo più blando nelle scelte rispetto alla prima parte dell’anno.
Ecco gli elementi su cui è importante focalizzarsi:
1- Evitare di fare degli errori perché siamo in un periodo in cui le performance dei mercati non ci consentiranno di recuperare eventuali errori fatti durante l’anno.
2- Mantenere la barra dritta dando la priorità ai fondamentali macroeconomici.

Crescita solida, stabile e sostenibile

L’evidenza degli ultimi mesi conferma un buon quadro macroeconomico con una crescita solida, stabile e sostenibile. Le uniche variazioni registrate negli ultimi due mesi rappresentano i primi segnali di una de-sincronizzazione delle economie, con un’economia americana che tende ad avere una velocità superiore a quella degli altri paesi.
Questo non vuol dire che stiamo andando incontro a una divergenza dell’economia americana rispetto al resto del mondo, ma stiamo assistendo a un rallentamento dell’economia non americana che avviene in maniera leggermente anticipata rispetto a quella che sarà la tendenza del mercato americano.
Sarebbe prematuro estrapolare da questa leggera divergenza una tendenza a una divaricazione.
Tale divergenza al momento si sta materializzando in aspettativa e riduzione di 0,1 e 0,2 nel trend di crescita dei paesi sviluppati, esclusi gli Stati Uniti. Si tratta quindi di qualcosa di estremamente gestibile. Le ragioni sono attribuibile a quello che succede sul lato del trade war e alle conseguenze potenziali di una amplificazione di questa guerra commerciale, il cui timore sta producendo un rallentamento degli indici di fiducia sulla parte export nel resto del mondo.
La contrazione dell’aspettativa di crescita nasce da questi timori di guerra commerciale che, al momento, creando una divergenza di 0,1-0,2 nei trend di crescita, non possono essere ritenuti tali da cambiare il quadro generale.

Economia forte con leggera desincronizzazione

Di fatto ci troviamo di fronte a un’economia forte con una leggera desincronizzazione che si trova in termini gestibili e ottimali per certi versi. Dall’altra parte le banche centrali continuano a commettere errori: la Banca Centrale Americana ha alzato nel momento in cui bisognava alzare e si prevede che nel corso del 2019 e già a fine 2018, smorzerà i toni via via che l’economia inizierà a stabilizzarsi. Mentre la Banca Europea ha tenuto una politica monetaria estremamente espansiva.  Ora che ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno, ci si aspetta che inizi ad alzare i toni verso qualcosa di più restrittivo, rimanendo comunque in un territorio ampiamente espansivo dal punto di vista monetario.
Elemento molto positivo è il fatto che in Cina la Banca Centrale sta facendo un’azione corretta di espansione della politica monetaria, mantenendo un controllo qualitativo della concessione del credito.
Si prevede che i timori di trade war rientreranno (i primi segnali vengono dal recente accordo tra Stati Uniti ed Europa), mentre non si stanno attenuando le tensioni con la Cina. Tuttavia per certi versi sembra ottimale la risposta cinese a Trump attraverso una svalutazione del cambio.

Italia e Stati Uniti nei prossimi mesi

Non dimentichiamo che a novembre ci saranno le elezioni di metà mandato, per questo difficilmente Trump potrà continuare a comportarsi in modo rischioso per i mercati finanziari. Ci si aspetta dunque un’attenuazione dei toni da parte di Trump, anche all’avvicinarsi di questa occasione. Inoltre, a settembre ci sarà un momento importante che è quello della Legge di Bilancio in Italia. Lì si vedrà la volontà effettiva di questo governo di sforare gli impegni di bilancio che l’Italia ha preso nei confronti dell’Europa.
Il quadro presenta dunque sviluppi esogeni che hanno inciso molto nell’ultimo trimestre, ma che nel corso del terzo trimestre dell’estate andranno ad attenuarsi.

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