Intervista a Marco Nascimbene, gestore del fondo Fondersel PMI di Ersel, sulle prospettive del mercato azionario italiano.
Nel corso del mese di maggio, dopo un inizio d’anno molto favorevole per i mercati azionari mondiali, abbiamo avuto una brusca correzione per il ripresentarsi di due problemi che erano stati a inizio anno un po’ accantonati dagli investitori. In primo luogo abbiamo avuto il nuovo riacutizzarsi della guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina, che ha portato una forte correzione dei settori ciclici, in particolare dei settori industriali, di quello automobilistico. Inoltre in italia si è avuto un incremento dello spread tra btp e bund a causa delle tensioni politiche che si sono create all’interno del governo, e che in vista delle elezioni europee ha avuto un po’ i due principali partiti, Lega e Movimento 5 Stelle, di nuovo aumentare le dichiarazioni, per certi versi favorevoli alla spesa, con nuove dichiarazioni di possibilità di sforamento del 3 per cento di deficit, tutte cose che hanno aumentato l’incertezza, che hanno riportato l’incertezza degli investitori sul mercato azionario italiano. Questo fatto ha impattato in modo particolare il settore finanziario all’interno del nostro mercato azionario.
Nel corso di queste settimane abbiamo avuto inoltre la pubblicazione dei risultati del primo trimestre per ormai quasi tutte le aziende del nostro listino. In questo contesto possiamo dire che, per quanto riguarda il settore bancario, i risultati, mentre sono stati sempre positivi dal lato del contenimento dei costi e dal lato delle riduzioni delle sofferenze, hanno segnalato una battuta d’arresto a livello di ricavi operativi. Quindi sia il margine di interesse sia le commissioni sono state, a seconda dei vari casi, ma in generale, sono state comunque in calo e inferiori alle attese. Questo ha amplificato ancora la correzione sul settore, che già era stato impattato dall’aumento dello spread, quindi a livello più generale. Per quanto riguarda gli altri settori, abbiamo invece avuto risultati generalmente positivi per i settori difensivi, quindi per tutto il settore delle utility e, a livello di settori industriali, risultati in questo caso un po’ misti, nel senso che sono stati un po’ inferiori alle attese per quanto riguarda il settore automobilistico, e per quello industriale più ciclico, mentre sono stati anche in questo caso migliori o per lo meno in linea per quelli che erano i settori meno legati al ciclo e che operavano in settori meno competitivi. In generale, in questo contesto, noi manteniamo un atteggiamento prudente.
Abbiamo ridotto l’investito, in particolare sul settore finanziario e bancario, dove ci sono i maggiori rischi, sia un po’ sui settori ciclici, dove abbiamo visto un rallentamento del trend e un rallentamento dei risultati aziendali, mentre siamo concentrati sui settori che sono più visibili, danno maggiore sicurezza, fra virgolette, dei risultati futuri. in questo contesto all’interno del settore delle utility preferiamo il settore delle rinnovabili, ed anche il settore delle municipalizzate, su cui c’era stata qualche incertezza inizio anno, che invece hanno riportato generalmente bene. Negli altri settori cerchiamo comunque di stare posizionati su quei titoli che hanno possibilità di recupero per essere stati eccessivamente penalizzati dal mercato o che comunque, come dicevamo in precedenza, hanno mostrano una maggiore stabilità dei ricavi anche in contesti macroeconomici, sia generali che domestici, difficili come quello che stiamo nuovamente attraversando.
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