Mercati. Una questione di selettività in ottica di medio lungo periodo | Kairos Partners SGR

Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, e Federico Trabucco, Portfolio Manager – European Equity di Kairos, analizzano le prospettive dei mercati europei ed italiani, alla luce degli ultimi avvenimenti.

Eccoci qui, dopo un ottobre di calo dei mercati, e nel mezzo della reporting season, forse è un’occasione per fare il punto della situazione. Sicuramente almeno un evento considerato di rischio, le elezioni americane, si è verificato, e quindi anche questo ci consente di alzare un po’ la testa e di fare il punto sui mercati.

Sì, diciamo che il risultato delle elezioni forse è abbastanza neutrale. Una camera a testa è nulla di positivo, ma nulla di così negativo da cambiare il trend dei mercati, e forse qui c’è una fase di rimbalzo. Il vero problema è un po’ che i mercati, soprattutto quello americano, stanno un po’ inseguendo, da qualche mese, l’aggiustamento tra il livello tassi ed il livello del pressuring dei mercati. È molto evidente, quando c’è un po’ di tensione sui mercati azionari, c’è la fuga verso il bond come paradiso sicuro; questo calma pochino la tensione del tasso americano, ma poi appena torna un po’ di positività sull’equity, il bond fa un nuovo massimo come rendimento. Quindi, questo probabilmente ci accompagnerà ancora, questa correzione, ma non la vedo con un elemento estremamente negativo.

Finché tiene la reazione inversa, cioè come dici tu, quando scende la borsa c’è un aggiustamento dal lato del bond e viceversa, se vuoi sono dolori di crescita. Tutto questo succede perché c’è tensione di capacità, perché c’è un po’ di inflazione sui prezzi di ingresso… però è legato alla forte crescita dell’economia americana, e entro certi limiti anche di quella mondiale. Quindi in questo senso è positivo. Chiaramente abbiamo avuto anche altre preoccupazioni che hanno generato un po’ la mini caduta dei mercati di ottobre, non ultimo la parte italiana, Brexit, un qualche segno forte di rallentamento dalla Cina ed emergenti. Tu sulla parte italiana come l’hai vissuta?

La situazione è abbastanza complicata; è chiaramente molto legata un po’ a quello che è il contesto ed alla situazione politica che si è venuta a creare in Italia. I mercati sicuramente sono un po’ sul piede di guerra su alcuni punti della manovra, e soprattutto sull’entità del deficit. È chiaro che in questo poi c’è anche chi un po’ ci specula, e si va un pochino a fasi di tensione. Lo spread sembra aver trovato un po’ di assestamento leggermente sotto i 300 basis point. È chiaro che questo livello comunque rimane un livello di guardia, perché già qualche effetto negativo si è visto nei bilanci bancari. Però guardiamo un attimo il mercato nel contesto, cioè, al di là di questo evento, guardiamo al mercato nel dettaglio di quello che è il reporting, che anche in Italia è appena iniziato. Siamo a metà… in questi giorni stanno riportando le grosse banche… ecco, se vogliamo abbiamo tolto quello che è il problema del rischio sistemico che abbiamo che abbiamo vissuto magari nel 2011-2012. Abbiamo un po’ di luce ed ombra sul reporting, ma la situazione, se rimane a questo livello, non è nemmeno così preoccupante. più preoccupante magari è il rallentamento dell’economia italiana, ma è qualcosa che è evidente anche un po’ in tutta Europa… in italia è accentuato, ma purtroppo l’Europa non è l’America, in questo.

Sì, l’europa e molto piu ciclica. A proposito di stagione degli utili, in America hanno riportato mediamente tutti bene, ma un po’ li hanno venduti lo stesso, soprattutto la parte Nasdaq, perché il portafoglio era tutto da una parte, sulle growth stocks, sulla qualità a prezzo caro, e c’è stato un aggiustamento importante. Forse era un po’ l’ultima cosa che doveva accadere; tutti gli altri settori sono stati toccati nel corso di quest’anno. Sull’europa, onestamente, a differenza di febbraio, questo calo di mercato si è accompagnato anche al fatto che la reporting season non è iniziata benissimo, poi si è un po’ stabilizzata e migliorata, visto il fatto che l’Europa è un po più ciclica, forse. E poi l’Europa ha vissuto di suo tutti gli scossoni legati al budget italiano, a Brexit che non è ancora risolta. Detto questo, selettivamente, secondo me, e qui vorrei sentire cosa ne pensi tu, arrivati qui, se uno ha una lista di cose che gli piacciono, con alcuni eventi di rischio un po’ “out of the way” può sicuramente cominciare a guardare che cosa comprare per investire.

Sono d’accordo con te; penso che non siano i mercati da comprare nella loro integrità. L’indice, a chi ha titoli per essere ottimista, sia a chi ha titoli in cui invece la visibilità probabilmente non è così elevata… però la selettività è quello che dovremmo usare da qui in avanti, che siamo già usando in queste fasi. Non vuol dire che compri oggi guadagni domani, ma vuol dire che sei in una fase dove se è hai un orizzonte di investimento dai 12-18 mesi, t’aspetti di avere dei ritorni interessanti. Può anche darsi che fra un mese ti ritroverai con delle occasioni ancora migliori, però se tu in questa fase vai a comprare le aziende giuste, siccome si vende tutto quando ci sono queste correzioni, si vendono anche i titoli buoni, quindi qua diventa l’opportunità di essere selettivi e accumulare.

Quindi, in conclusione, penso che si possa dire che la volatilità non è finita, ma almeno tutto questo scossone dei mercati ci ha portato alla possibilità di guardare ad opportunità di investimento selettive.

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