Mercati. Lo scenario macroeconomico di Ersel

Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale e i riflessi sui mercati finanziari.

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Con il passare dei mesi divengono sempre più evidenti i segnali di una ripresa sincronizzata a livello mondiale. Dal nostro punto di vista, questo è un elemento positivo, quello della sincronizzazione, perché vuol dire che non c’è una sola area che tira nel percorso di ripresa economica, ma ci sono una coralità di soggetti, una pluralità di soggetti che tutti contemporaneamente stanno ritornando ai livelli di attività economica precedenti alla pandemia.

Infatti quello che ha avuto come effetto il virus è stato quello di portare a una recessione su scala mondiale. Ecco che quindi, terminata la recessione, gli effetti positivi della ripresa economica si diffondono su scala, appunto, planetaria. Proprio mentre questo episodio si sta manifestando in tutta la sua interezza su una pluralità di dati economici, ecco però affacciarsi all’orizzonte alcuni elementi che potrebbero ingenerare una fase di volatilità estiva sui mercati finanziari.

In primo luogo, la gestione della pandemia negli Stati Uniti, soprattutto negli stati del sud, non è stata altrettanto rigida come negli stati dell’est e nell’Europa occidentale. Questo ha fatto sì che sia ripreso il numero dei contagiati, e quindi vi sia il rischio di nuove chiusure, magari parziali, non quindi totali, di alcune attività economiche, con effetti negativi sul complessivo dell’economia americana.

Inoltre, nel mercato del lavoro, sempre statunitense, stiamo assistendo ad un aumento del numero dei disoccupati di tipo permanente e strutturale. Questo è un fattore negativo, perché fintanto che i disoccupati creati dalla pandemia erano classificati come disoccupazione temporanea, voleva dire che era più facile ristabilire il legame che legava il disoccupato, il lavoratore, con l’impresa che lo aveva allontanato, anche solo momentaneamente. Quando invece la disoccupazione diventa permanente, è più
difficile un ritorno all’attività produttiva da parte dei lavoratori, e quindi i tempi diventano più lunghi.

Infine, e questo è un fattore che sta nascendo con l’evoluzione dei sondaggi, l’evoluzione delle elezioni presidenziali di novembre, c’è il rischio di un democratico wipeout, ovvero di una vittoria su tutto il fronte da parte dei democratici, con la conquista sia della carica di presidente, il passaggio da Trump a Biden, ma anche una vittoria a maggioranza democratica sia per il Senato che per la
Camera dei rappresentanti. Questo potrebbe voler dire un parziale aumento delle tasse sulle imprese che è uno dei programmi promessi dal candidato democratico Biden.

Questo potrebbe avere quindi degli effetti negativi sulla profittabilità delle imprese nel corso del 2021. Chiaramente è un fattore, questo, che andrà poi ponderato a seconda di come sarà l’evoluzione dei sondaggi da qui fino a novembre.

Tutti questi fattori a breve termine potrebbero incidere su quello che è il percorso dei mercati finanziari, fino ad ora stato estremamente favorevole. Questo però non dovrebbe mutare, a nostro avviso, il trend di riferimento, che sarà appunto quello di ripresa sincronizzata a livello mondiale, e quindi di una fase ancora positiva per quanto riguarda le attività di rischio.

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