Mercati finanziari. Tre situazioni da monitorare con attenzione | M&G Investments

Bond Vigilantes TV – La revisione settimanale dei mercati obbligazionari globali da parte del team M&G Fixed Income.

Quasi 3 anni fa i mercati erano molto rilassati sull’economia mondiale, i prezzi delle attività erano elevati e la volatilità era molto bassa; poi, il mercato iniziò a vendere. Oggi sembra di essere tornati in quella situazione: una recessione sembra molto improbabile, ma possiamo sperimentare un’ulteriore correzione del mercato? In questa puntata di BVTV si evidenziano 3 cose che potrebbero portare a una quest’ultima eventualità.

La situazione sui mercati

Dalla crisi finanziaria ad oggi ci sono stati, globalmente, 583 tagli dei tassi, e circa 15 trilioni di dollari di liquidità immessa nel sistema; ovviamente, hanno fatto tutto le banche centrali. Sembra si sia davvero ad un punto di svolta, adesso.

C’è un consensus general sul mercato che suggerisce come l’economia mondiale sia in salute; la crescita dovrebbe probabilmente proseguire; l’inflazione, finalmente, dovrebbe muoversi verso i target previsti (2%). Tutto ciò non è molto diverso dalla situazione che stavamo vivendo nel 2014. All’epoca, come accennato, i prezzi delle attività erano elevati e la volatilità era molto bassa. Molti investitori condividevano un outlook positivo verso l’economia globale. Oggi come allora, anche gli indicatori chiave per una recessione suggeriscono una possibilità molto bassa che ciò possa avvenire.

Nel 2014, non abbiamo avuto una vera e propria recessione, ma solo eventi di “riprezzamento”. E l’origine del riprezzamento fu dovuta soprattutto alla caduta dei prezzi del petrolio ed al rallentamento in Cina.

Cosa può creare un evento di riprezzamento oggi?

Ce ne possono essere svariati, ma soprattutto tre di essi sono interessanti.

Il primo è l’alleggerimento da parte delle banche centrali del loro bilancio, ingrandito durante le varie fasi di QE.

alleggerimento banche centrali
alleggerimento banche centrali

Le banche centrali sono entrate sui mercati dopo la crisi, e da allora hanno influenzato i mercati. Lo hanno fatto attraverso l’enorme quantità di asset che hanno acquistato. Cosa succederà quando questi enormi investitori usciranno dai mercati? Certamente lo faranno gradualmente, ma è la prima volta che una cosa del genere viene affrontata con questa magnitudine. Tra l’altro, è ancora poco chiaro come riusciranno a fare questa cosa, e come reagiranno i mercati.

Il secondo sono i rischi geopolitici. In realtà, questi sono sempre presenti, e sono sempre un rischio ed una minaccia potenziale per i mercati. Uno particolarmente rilevante, oggigiorno, è la crescente tensione tra Stati Uniti e Cina sulla Corea del Nord. Recentemente, queste tensioni sono aumentate perché non sembra che la Cina stia facendo particolari pressioni verso la Corea del Nord.

Sarà interessante vedere come il Presidente Trump, mai morbido verso la Cina, gestirà la situazione, se non cambia. Dopo il meeting con il suo omologo cinese, Trump ha twittato che non c’era ragione per chiamare la Cina un “manipolatore di valute”, visto la collaborazione che era potenzialmente in corso. Trump cambierà opinione se la Cina non agirà meglio e più decisamente verso la Corea del Nord?

Il terzo elemento è un errore di politica monetaria. Recentemente c’è stato un rallentamento macroeconomico, particolarmente negli USA. Qui, l’inflazione “core” è andata scendendo negli ultimi quattro mesi, ed è adesso all1,4%, il livello più basso dal 2015.

errore di politica monetaria
errore di politica monetaria

La FED non presta particolare attenzione a questo numero, però; il suo razionale, al proposito, è che sia un indebolimento soltanto temporaneo e principalmente guidato da fattori idiosincratici. Anche eliminando queste variabili, l’inflazione “core” rimane molto bassa; inoltre, le reali pressioni inflazionistiche tipiche dei mercati devono ancora manifestarsi.

Se questa situazione continuasse, la FED alzerebbe i tassi in un ambiente a bassa inflazione. Ciò metterebbe pressione all’economia, perché i tassi d’interesse reali salirebbero.

Conclusioni

L’economia sembra davvero in buona salute, e non ci sono segni reali di recessione. E’ vero che questo recupero economico dura da un po’, ma questo ciclo economico potrebbe essere ancora molto lungo.

Se anche si crede che una recessione non sia in arrivo, però, bisogna sempre stare molto svegli ed attenti. I rischi sono sempre presenti, ed alcuni di essi possono creare una correzione.

Quindi, le domande da farsi sono: i mercati continueranno con il loro momentum positivo, o la storia si ripeterà? La seconda parte del 2017 sarà simile a quella del 2014?

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