La visione sui mercati azionari emergenti – Aletti Gestielle SGR

Qual è la visione sui mercati azionari emergenti di Aletti? Ce lo dice Davide Barattini, responsabile del comparto flessibili per questi mercati per Aletti Gestielle SGR, offre la sua view sull’argomento.

Inizio anno caratterizzato da forte correzione causa paura per la crescita economica in USA ed il rallentamento in Cina. Da inizio marzo in poi i mercati emergenti hanno iniziato un recupero che li ha portati in territorio positivo post-Brexit. Ad oggi la performance positiva di questi mercati è intorno al 10%. Decisa sovraperformance rispetto ai mercati sviluppati.

Le ragioni sottostanti al movimento positivo post Brexit sono svariate. Per prima, la liquidità disponibile, e la ricerca “disperata” di rendimento da parte degli investitori. In un contesto governato dalle banche centrali, infatti, si va dove queste consentano di guadagnare di più. In secondo luogo, il posizionamento, che nel suo complesso è sottopesato sulla asset class emergente. Ci sono poi politiche fiscali che, in India e CIna, hanno finalmente iniziato ad avere trazione. Poi, politiche monetarie di vario tipo portate a supporto delle economie locali in tutto il mondo emergente. Infine ci sono gli utili che, sebbene volatili, hanno trovato una loro strada.

Da non dimenticare anche che il differenziale tra mercati emergenti e sviluppati è tornato a favore dei primi.

Nell’ultimo mese e mezzo ha tenuto banco il meeting di Jackson Hole, con le possibili scelte della FED sui tassi per settembre (improbabile).

In Cina abbiamo assistito ad un forte recupero del settore finanziario. Ciò a contribuito a rafforzare sia l’immagine che la performance del mercato cinese. Anche la riforme stanno procedendo nella giusta direzione. La reporting season del Q2 è stata superiore alle aspettative, con revisioni positive in tutti i settori, cosa che ha sostenuto le valutazioni.

In India, stessa cosa per la reporting season del secondo gigante asiatico. In più, ci sono stati forti flussi di capitali esteri in ingresso (sempre positivi). Non solo, ma è stato anche nominato il sostituto di Rajam alla banca centrale indiana. Questa nomina ha tolto di mezzo, chiaramente, un bel  po’ di speculazione. Il nuovo governatore Urjit Patel, infatti, segna una linea di continuità con quella del suo “ingombrante” predecessore.

In Brasile c’è stato il definitivo impeachment della presidente Rousseff. Il nuovo presidente, Temer, deve saper gestire la crisi economica in atto. Gestione che richiederà sicuramente scelte impopolari (aumento delle tasse).

Veniamo alla domanda fondamentale: può il rally continuare? Premettiamo che la FED non dovrebbe rialzare i tassi a settembre. Poi che il forte movimento del dollaro sembra essere esaurito. Infine che le banche centrali debbano ancora rimanere necessariamente accomodanti. Il contesto internazionale ed i flussi offrono ancora  supporto all’area emergente. I fondamentali dell’area (Brasile escluso) stanno migliorando per tutti. Come già accennato, il differenziale EM/DM è a favore dei primi.

Le valutazioni, sebbene non più a forte sconto, sono ancora attraenti sia in senso assoluto che relativo. Le banche centrali, senza pressione sulle valute, possono avere più flessibilità sulle politiche monetarie. L’inflazione, infatti, è sotto controllo un po’ dappertutto, e non rappresenta quindi un freno. Rimaniamo quindi sovraesposti sull’area emergente, con occhio alla neutralità ed alla riduzione andando verso dicembre. A livello di singoli Paesi, maggiore esposizione a Cina, India, Indonesia e Russia. Decisamente sottoesposti sull’area brasiliana.

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