Europa, il rischio politico fa meno paura | Morningstar

Europa, il rischio politico fa meno paura | Morningstar

Secondo Philippe Ithurbide (Amundi), potrebbe nascere una nuova alleanza franco-tedesca all’interno dell’Ue, e più in Europa in generale. Gli investitori che desiderano coprirsi possono puntare su dollaro, bond americani e oro.

Nel corso del 2017 l’Europa dovrà affrontare una serie di appuntamenti elettorali ad alto rischio, in particolare in Francia e Germania. Senza dimenticare gli sviluppi della Brexit, l’instabilità italiana e la situazione ancora difficile in Grecia.

Philippe Ithurbide è intervistato da Valerio Baselli.

Innanzitutto, che cos’è il rischio politico secondo Amundi, e come si misura?

Il rischio politico è multiforme; può essere una scissione del governo, degli scioperi, oppure come oggi l’incertezza delle elezioni presidenziali. È multiforme e quest’anno ce ne sono molti in Europa. Come lo misuriamo? Nel caso europeo è piuttosto semplice; si tratta dell’evoluzione dello spread tra i tassi sovrani tra i paesi e la volatilità tra gli spread di credito e sulle monete. Ecco come lo misuriamo.

L’anno scorso ci ha riservato diverse sorprese: Brexit, Donald Trump, le dimissioni del governo italiano dopo il referendum. Questa tendenza continuerà nel 2017?

Non credo che si possa definire una tendenza, sono casi diversi e specifici. Non credo che continuerà, abbiamo due elezioni importanti in Europa, quelle tedesche e quelle francesi. Non che quelle olandesi non siano importanti; ci sarà probabilmente un governo di coalizione che ci permetterà di avere una visibilità sul paese migliore di quella attuale.

Per quanto riguarda la Francia è la stessa cosa; non crediamo in questa tendenza in quanto a differenza della Brexit o delle elezioni americane, qui abbiamo due turni, il che cambia assolutamente il gioco. E, nel caso tedesco, abbiamo due candidati in testa, Martin Schulz e Angela Merkel, che rappresentano più del 60% dei voti. Sono entrambi molto pro-Europa e che piacciono alla comunità finanziaria.

D’accordo. Le elezioni francesi rappresentano comunque una preoccupazione importante per i mercati finanziari. D’altronde, basta guardare l’evoluzione dello spread tra i titoli di Stato francesi e tedeschi nel corso degli ultimi mesi. Quali sono secondo Amundi i rischi principali legati a questa incertezza politica?

Allora, la prima cosa è che quando guardiamo in generale i livelli di spread, sono molto bassi grazie al Qe della Bce. In effetti abbiamo raggiunto dei livelli che non sono estremi, facili da spiegare, ma che sono un po’ fuori dalla realtà dei fondamentali economici dei paesi. Quindi il fatto di avere degli spread più elevati non è insensato. Inoltre, il rischio politico si è aggiunto e questo ha degli effetti. Terzo punto, per chi vive a 10 – 12 mila km è estremamente complicato; anche per noi che viviamo in Francia è molto difficile capire e spiegare la situazione politica francese. Quando ci sono situazioni un po’ anormali, eccessive, la cosa più facile è dire “resto un po’ in attesa”, e già solo questo fa salire i tassi.

Front National in Francia, partiti euroscettici che salgono un po’ dappertutto, in particolare in Italia e Spagna; dopo la Brexit si ha l’impressione che la fine dell’euro, che sembrava fino a poco tempo fa impossibile, possa diventare cosa reale. Qual è l’opinione di Amundi al riguardo?

Gli elettori del Front National non sono tutti anti-europei. Se avessimo davvero un referendum in Francia, ipotizzando una loro vittoria, cosa a cui noi non crediamo, un voto per l’uscita dall’euro non è assolutamente scontato. In realtà, non crediamo alla fine dell’euro. Ma non siamo nemmeno ingenui, ci sono degli appuntamenti e delle sfide molto importanti; non crediamo a un salto federalista, ma ci sono dei punti da risolvere, come la redistribuzione della ricchezza, la fiscalità.

Se prendiamo un paese come l’Italia, negli ultimi dieci anni, al netto delle imposte, il 100% delle famiglie italiane hanno visto il loro reddito diminuire o restare immobile. Si può facilmente immaginare che una parte importante di queste persone possano decidere di cambiare il proprio voto andando contro i partiti tradizionali. Questo, però, non fa per forza di loro degli anti-europeisti.

Non scommettiamo quindi su un scenario anti-Europa, anzi. Forse, andando controcorrente, pensiamo che la possibilità di avere una coppia franco-tedesca molto solida sull’Europa è tutt’altro che improbabile.

Infine, come possono gli investitori coprirsi da questo rischio politico molto presente sui mercati e che fa aumentare la volatilità?

Innanzitutto, comprare della volatilità sui mercati. Tradizionalmente, quando c’è del rischio politico, la volatilità degli spread di credito aumenta. Quindi andare lunghi sulla volatilità è sensato. Un altro modo di proteggersi è puntare sul dollaro, valuta rifugio ma anche controciclica; quando le azioni scendono di solito il dollaro sale. Quindi se l’equity dovesse soffrire, potrebbe essere una soluzione interessante.

Terza opzione è quella di comprare delle obbligazioni americane; sono interessanti perché c’è dello spread e poi sono un valore rifugio. Quarto, comprare degli attivi che sono attualmente un po’ trascurati, come le obbligazioni indicizzate all’inflazione, che sono interessanti non tanto per il rischio politico ma piuttosto per la situazione attuale.

Quindi andare lunghi sulla volatilità, sul dollaro e sui bond americani. Poi, per chi ha davvero molta paura, comprare dell’oro fisico, il solo attivo capace di salire in tutte le situazioni difficili, per una ragione semplice: l’oro non rappresenta un debito verso nessuno.

Ci sono sempre dei mezzi per proteggersi, quello che vediamo oggi è che effettivamente non vediamo moltissime persone che si proteggono da questi rischi, vediamo invece molte persone che hanno difficoltà nel comprendere questi eventi e che quindi restano a guardare.

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