Risparmiatori e PMI, una nuova alleanza | Mercati che fare

PMI e risparmiatori, una nuova alleanza | Mercati che fare

I risparmiatori italiani verso una nuova cultura finanziaria, dai Titoli di Stato al Risparmio Gestito, fino ai nuovi Piani Individuali di Risparmio. L’importante ruolo della consulenza. A Mercati Che Fare, Leopoldo Gasbarro intervista Paolo Zucca, vice caporedattore del Sole 24 Ore.

Gli italiani hanno più di un terzo del risparmio gestito in liquidità. L’idea di pianificazione finanziaria sembra non esserci. È un problema contingente o dovuto alla scarsa volontà di cercare forme di risparmio più remunerative?

Ci sono tantissime componenti. La conservazione dei comportamenti gioca molto a sfavore in questo caso. Ci sono anche altri comportamenti di scarsa lungimiranza dei risparmiatori.

Ogni famiglia deve pensare ai figli, e magari anche alla pensione complementare. Deve insomma seguire il ciclo di vita. Si fa molta fatica a spiegare agli italiani questo comportamento attivo.

Guardiamo i numeri. Solo il 3% dei titoli di stato sono nei portafogli degli italiani. I risparmiatori si sono comunque guardati attorno… Ma evidentemente non sanno che cosa farci.

Anche le banche hanno incentivato il passaggio dai titoli di stato al risparmio gestito. È una scelta coerente e corretta. Aiutata, ma giusta. Se si hanno plusvalenze fatte in epoche passate, e che oggi non rendono più, è giusto cambiare ed andare verso rendimenti (potenzialmente) migliori.

Giusto tutelare al meglio il patrimonio. Ma perché si risparmia? Per il “non si sa mai”. Il modo in cui questa giusta preoccupazione si traduce in atto, però, non pare correttissimo.

Prendiamo per buono questo senso di prudenza. Troppa prudenza, però, può fare male, meglio ricordarlo. I soldi vanno investiti in maniera corretta, secondo le proprie esigenze e stili di vita. Occorre quindi dedicare del tempo ad una pianificazione corretta e ad un attento uso del proprio denaro.

Lasciarlo immobile non vuol dire necessariamente salvarlo. Certe volte vuol dire perderlo pian piano e non accorgersene. Occorre che il risparmiatore abbia una versione attiva, che sappia cogliere le novità e sappia esaminare cosa succede sui mercati. È un comportamento che presuppone un certo impegno. E questa è forse la cosa più difficile.

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