I risparmiatori italiani verso una nuova cultura finanziaria, dai Titoli di Stato al Risparmio Gestito, fino ai nuovi Piani Individuali di Risparmio. L’importante ruolo della consulenza. A Mercati Che Fare, Leopoldo Gasbarro intervista Paolo Zucca, vice caporedattore del Sole 24 Ore.
Ci sono tantissime componenti. La conservazione dei comportamenti gioca molto a sfavore in questo caso. Ci sono anche altri comportamenti di scarsa lungimiranza dei risparmiatori.
Ogni famiglia deve pensare ai figli, e magari anche alla pensione complementare. Deve insomma seguire il ciclo di vita. Si fa molta fatica a spiegare agli italiani questo comportamento attivo.
Anche le banche hanno incentivato il passaggio dai titoli di stato al risparmio gestito. È una scelta coerente e corretta. Aiutata, ma giusta. Se si hanno plusvalenze fatte in epoche passate, e che oggi non rendono più, è giusto cambiare ed andare verso rendimenti (potenzialmente) migliori.
Prendiamo per buono questo senso di prudenza. Troppa prudenza, però, può fare male, meglio ricordarlo. I soldi vanno investiti in maniera corretta, secondo le proprie esigenze e stili di vita. Occorre quindi dedicare del tempo ad una pianificazione corretta e ad un attento uso del proprio denaro.
Lasciarlo immobile non vuol dire necessariamente salvarlo. Certe volte vuol dire perderlo pian piano e non accorgersene. Occorre che il risparmiatore abbia una versione attiva, che sappia cogliere le novità e sappia esaminare cosa succede sui mercati. È un comportamento che presuppone un certo impegno. E questa è forse la cosa più difficile.
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