Da sempre gli italiani dimostrano una bassa cultura finanziaria. L’ultimo caso, quello della vendita truffaldina di diamanti da parte delle banche, ne è l’ennesima prova. L’unica arma di difesa per i risparmiatori è crescere nell’educazione finanziaria.
La Consob ha, purtroppo, certificato questa cosa, per l’ennesima volta, qualche settimana fa. Lo riporta Il Sole 24 Ore. Il 40% sopravvaluta le proprie competenze in materia di investimenti; quattro famiglie su dieci non riescono a risparmiare. L’articolo specifica anche come, in questo momento, molti investitori stiano investendo in strumenti che non conoscono e di cui non capiscono il rischio.
Questo è realmente un problema. Veniamo, infatti, da anni di mercati in salita, quindi con bassissima, se non inesistente, percezione del rischio. E quando ci sono degli scossoni, come di recente, è spesso molto difficile scorgere il pericolo, e spesso troppo tardi per reagire. Bisogna sempre mettere in guardia l’investitore.
Il caso recente dei diamanti dice di sì. Peraltro la faccenda si è presentata anche in molte altre parti d’Italia. Casi come questo sottintendono bassa cultura finanziaria. Il solo caso di pensare di andare in banca a comprare un diamante dovrebbe far porre molte domande. E la colpa è anche delle banche che, sempre più a caccia di utili, si sono appoggiati a strumenti che, per cultura popolare, attraggono, e consentono così facili guadagni. Per fortuna Federconsumatori ha sollevato la questione, e si è iniziato a ragionare per rifondere gli incauti investitori.
Grazie, ed in appoggio, a Federconsumatori, è possibile fare un check-up gratuito dei propri investimenti presso gli sportelli appositi.
Significa essenzialmente andare a vedere due cose. Il funzionamento degli investimenti che ci vengono proposti, mai spiegati a sufficienza in banca, e quali siano i costi reali. Questi ultimi, con la nuova MIFID2, devono essere adesso esplicitati, ma molti risparmiatori non ne hanno proprio idea. In questo modo si spiega l’incidenza dei costi su un investimento, e si analizzano e mettono in luce i rischi di un investimento. Sembra che 10 anni di crisi non abbiano insegnato molto alla gente, anzi.
Dipende dalla fascia oraria. Al pomeriggio intervengono più i pensionati, che sono la fascia più debole e anche quella più appetibile dalle banche, perché sono coloro che conservano ancora i maggiori patrimoni. Nei controlli seriali l’età si alza sensibilmente, e c’è anche la partecipazione dei giovani.
Ci si rivolge molto ai pensionati, come è chiaro, perché essendo coloro che detengono la maggior parte della ricchezza sono coloro che devono essere più tutelati. I giovani sono più smaliziati, ed hanno una visione del sistema bancario già più critica. Gli anziani, invece, sono più succubi del sistema bancario, e quindi più aggredibili dal medesimo.
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