Quali vantaggi hanno i risparmiatori dal recepimento in Italia della nuova normativa europea? Il co-fondatore di Moneyfarm, Paolo Galvani, discute di MiFID2 e di trasparenza dei costi del risparmio con Cosimo Pastore.
L’entrata in vigore, lo scorso 3 gennaio della direttiva MIFID2, moto probabilmente significherà poco o niente per i non addetti ai lavori. Ma, in realtà, è un passo fondamentale per garantire maggiore trasparenza e costi certi ai risparmiatori che si affidano ad un intermediario per la gestione dei propri soldi.
Proprio così. La Mifid2 può rappresentare può rappresentare per il mondo del risparmio un punto di svolta. Nella direttiva, centrale è il concetto di consulenza indipendente, identificato normativamente e delineato nei suoi limiti.
Questi ultimi sono principalmente legati a come il servizio viene offerto al cliente. C’è l’offerta di un servizio di consulenza da parte di un consulente finanziario, che viene remunerato a parcella. Quest’ultima è pagata direttamente dal cliente. In questo modo si crea un legame diretto tra il servizio offerto e la corresponsione della parcella. Di conseguenza, in questo modo, gli interessi del cliente sono allineati a quelli del cliente, e viceversa.
Le cose sono un po’ più complicate. La parcella del consulente diventa la commissione di retrocessione legata alla vendita di un prodotto finanziario. Ci possono quindi essere degli evidenti elementi di conflitto di interesse tra il servizio offerto ed il prodotto collegato. C’è da notare che, in genere, le commissioni legate ai prodotti finanziari non godono di grande trasparenza. Nel migliore dei casi, il cliente non riesce a quantificarla; nel peggiore, non sa nemmeno che esiste.
Certo. Con l’adozione di MIFID2 il consulente deve dichiarare la propria indipendenza o meno. In seconda battuta, le commissioni devono essere esplicitate. Il costo del prodotto deve essere identificato a parte, come quello del servizio di consulenza.
Si spera proprio di sì. L’Italia continua ad essere uno dei Paesi in cui il costo del risparmio e degli investimenti è tra i più alti in Europa. Aumentare la trasparenza non può che rendere più efficiente il sistema.
Ahinoi, è così. Più del 40% delle persone non conosce il costo legato ai propri investimenti. Un terzo, addirittura, pensa che questi costi non esistano. Questo non aiuta nel processo di trasparenza.
Sicuramente sì. Più del 50% delle persone ritiene che una piattaforma digitale possa fornire un valore aggiunto quando si parla di investimenti e risparmi. Questo sia per quanto riguarda la continuità dell’informazione, che per i costi, sempre esplicitati. E poi è un modello votato alla trasparenza, in linea con MIFID2.
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