Nella pillola di venerdì 18 maggio di Q Consulenze Finanziarie si è parlato delle caratteristiche del nuovo BTP Italia e di cosa sapere, tra rischio spread e situazione politica, prima di sottoscriverlo.
Lo emette il Tesoro, quindi è una tranche del debito pubblico italiano. Ne viene effettuata una emissione più o meno ogni sei mesi. Questo ha la durata di otto anni, con cedola semestrale. Rispetto al BTP classico, a cedola fissa, questo ha una cedola base più un’incremento in base all’andamento dell’inflazione italiana.
Entrando nel particolare, la cedola base è dello 0,4% lordo, leggermente superiore all’emissione di novembre 2017 (ma molto inferiore ad emissioni passate, ndr). Poi c’è la componente legata all’inflazione, che la BCE sta cercando di aumentare per favorire la ripresa dell’economia. Chiaro che la componente inflattiva si riscuote se vi è un aumento rispetto alla data di emissione e di stacco della cedola. Chi lo sottoscrive in emissione non ha costi legati alla medesima. Il bonus per chi non lo vende mai per tutta la durata del BTP è dello 0,4 per mille (4 euro si 10.000 investiti, per dare l’idea).
Come tutti gli investimenti, ha dei pro e dei contro. I vantaggi sono che è indicizzato al costo della vita quindi, al di là dei rendimenti, non perde valore nel tempo, non essendo eroso dall’inflazione. Con questa caratteristica, tra l’altro, la protezione del capitale è maggiore anche in caso di disinvestimento anticipato, perché la componete inflattiva protegge parecchio anche da eventuali ribassi di mercato. Il capitale, perciò, rimane sempre abbastanza stabile.
Riflettendo sul nostro debito pubblico, acquistare BTP (Italia o normale) significa prestare soldi allo Stato. Lo stato italiano è il terzo maggior debitore al mondo dopo USA e Giappone, ma non è la terza potenza economica mondiale. Questo discorso deve far riflettere sul rapporto rischio/rendimento di questo strumento. A parte questo, non ci sono criticità particolari.
Non ci dovrebbe essere fretta ad acquistarlo perché il rendimento non è stellare, e le successive emissioni, che non potranno contare sugli acquisti della BCE, dovrebbero rendere di più per essere più attraenti sul mercato.
La risposta è stata buona, finora. Ed è una cosa positiva, perché finché lo Stato riesce a collocare il proprio debito, è una cosa positiva per i cittadini. Si tratta anche di uno strumento molto utilizzato, anche dai fondi comuni di investimento, quindi dagli istituzionali, che lo utilizzano per gestire la liquidità. Lo è molto anche dai risparmiatori, soprattutto italiani, ovviamente, Italia che una volta offriva rendimenti notevoli sui titoli di stato.
Un altro vantaggio è la tassazione agevolata, al 12,5% del capital gain, mentre gli altri asset sono tassati al 26%.
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